Dipiazza va a Fernetti, An con gli esuli

Il vicesindaco Lippi e tre assessori domani sera alla manifestazione dell’Unione degli istriani
Il sindaco Roberto Dipiazza, con il grosso della politica cittadina, ex listaioli compresi, in prima linea alla festa italo-slovena di Fernetti per la caduta del confine. E il suo vice Paris Lippi - con gli assessori Bandelli, Tononi e Lobianco e i quadri locali di Alleanza Nazionale, in testa il coordinatore regionale Roberto Menia - alla celebrazione alternativa promossa dall’Unione degli Istriani al valico di San Bartolomeo per ricordare il dramma degli esuli. Lo «strappo» era nell’aria ma le conferme sono arrivate soltanto nelle ultime ore.


Domani sera a Fernetti, dove si saluterà l’ingresso della Slovenia in area Schengen, non ci saranno dunque esponenti di An. Si ritroveranno in blocco alle 20 in piazza Libertà, davanti alla targa che ricorda l’esodo di 350mila istriani, fiumani e dalmati, per prendere parte al corteo silenzioso, con le fiaccole, verso il monumento di Nazario Sauro. E da qui saliranno sui pullman diretti a San Bartolomeo. «Giovedì (domani, ndr) ho impegni personali, cercherò di essere presente all’iniziativa dell’Unione degli Istriani, e non andrò sicuramente a Fernetti», precisa lo stesso Lippi, che di An è presidente provinciale.


«Non riusciamo a comprendere - ribadisce - tutti questi festeggiamenti. Non siamo contro l’ingresso della Slovenia nella nuova Europa, nessuno nega che questo sia un fatto importante. Ma l’approccio ci sembra privo di quella sensibilità, di quella dovuta attenzione a questioni non chiarite come l’esodo e i beni abbandonati. Riteniamo per questo che la manifestazione più adatta sia quella dell’Unione degli Istriani, che non propone celebrazioni ma riflessioni». E An, ora, come si pone davanti a Dipiazza? «Il sindaco - conclude Lippi - sa benissimo come la pensiamo, non c’è nulla da chiarire e non esistono polemiche.


La questione degli esuli è stata uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale, nostra e della Cdl, e intendiamo essere coerenti fino in fondo». Forza Italia intanto, con i listaioli ma non solo, si toglie dall’imbarazzo e trova la chiave per «stare» con gli esuli senza aderire all’iniziativa dell’Unione degli Istriani, che più di qualcuno considera «troppo spinta a destra». Tra i berlusconiani, infatti, da un lato si sposa la linea di Dipiazza (il quale, sul giornale di oggi, affida le proprie considerazioni a un intervento, ndr) e dall’altro si annuncia la partecipazione a un’altra manifestazione «decisa» ma più «sobria» promossa per venerdì alle 10.30, davanti al monumento di piazza Libertà, dalla Federazione degli esuli con l’Anvgd e i liberi comuni di Zara e Fiume.


«Deporremo un mazzo di fiori con un nastro tricolore davanti alla stele, niente corone d’alloro né labari», fa sapere Renzo Codarin, presidente della Federazione degli esuli. Il quale guarda alla sua iniziativa come «un auspicio affinché la storia si rimetta in moto, con nuove aperture anche dal fronte sloveno. Non condividiamo l’atteggiamento di chi si pensa sconfitto per la caduta di un confine, peraltro maledetto». Con Codarin ci saranno molti forzisti, oltre al sindaco. Tra loro Piero Camber, che oggi farà entrare il dibattito in Consiglio regionale, con la discussione di un ordine del giorno, di cui è primo firmatario, finalizzato a impegnare «il presidente (Illy, ndr) e la giunta affinché nelle cerimonie non venga dimenticato il dramma dei 300mila profughi istriani».

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