Dipiazza: "Tondo e Gottardo mi avevano promesso il Porto"

Dipiazza: c’è chi poi ha agito diversamente. Ma Camber non può prendersi Ap, Comune e Provincia
Roberto Dipiazza
Roberto Dipiazza
TRIESTE
. Resta in alto, altissimo mare, la ricerca di un candidato sindaco per il centrodestra. E, tanto per restare in argomento, la questione del porto c’entra tutta. È stato proprio attorno alla scelta del management per l’Authority, con la scelta della camberiana ”dop” Marina Monassi che si è registrato infatti lo sfilacciamento più clamoroso dentro il Pdl da vari anni a questa parte. E così, mentre la presidentissima salda vecchi rancori e manda a quel paese l’Assoporti, onora il reciproco scambio di favori pensando al presidente camerale Paoletti per Trieste Terminal passeggeri e prepara la resa dei conti dentro l’ente, fuori dal comprensorio portuale le trattative rallentano e le vocazioni si moltiplicano. Assieme alle incertezze.


Dice il sindaco Dipiazza, che sulla vicenda a questo punto può anche ironizzare: «Circola in città – racconta – un sondaggio definito quasi imbarazzante sul sindaco, tanto è positivo, e probabilmente porteremo a casa sia il Comune che la Provincia. Non ci vuole molto, basta che qualcuno non pensi di essere troppo furbo... Basti ricordare che al sottoscritto era stato prospettato da altre persone, e mi riferisco al presidente della Regione Tondo e al coordinatore regionale del Pdl Gottardo, che sarei andato a fare il presidente del porto. A quel punto qualcuno si è comportato diversamente per non farmelo fare, e siamo arrivati all’attuale impasse...».


L’impasse insomma, aggiunge Dipiazza, sarebbe maturata dopo un preciso ukaze del senatore Giulio Camber. Di qui anche l’uscita di candidature a volontà, anche se Piero Camber, fratello di Giulio e capogruppo del Pdl in Comune, cerca di riportare tutta la discussione a un embrasson nous finale. «Dipendesse da me – assicura – raccoglierei anche firme per Ravidà, perchè credo che la città abbia bisogno di un manager. A me piace come ipotesi, se fosse quella, ma poi il nostro sindaco ha sempre un coniglio nel cilindro... Non lo so, sta prendendo tempo e il tempo non gioca a nostro vantaggio... Magari, per fare un favore ad Antonione, potrebbe saltar fuori la coniglia Pedicchio, e poi c’è anche Sandra Savino, altro bel nome.... Semprechè – aggiunge Camber – la lotta non venga fatta a livello nazionale e allora lì la componente di An potrebbe battere i pugni sul tavolo, e allora spunterebbe Dressi....». Camber conclude con un’esortazione a fare quadrato dentro il Pdl. «L’importante – assicura – è che ci sia chi abbia voglia di lavorare seriamente, per unire e non per dividere. Perchè fondamentale è che il partito resti unito».


Un invito, quest’ultimo, che Dipiazza accoglie addirittura ridacchiando. «Uniti? Allora uniamoci, il problema è come. Politicamente non puoi portare a casa Porto, Provincia e Comune, fare l’en plein. Sì, esatto, è un messaggio che lancio al senatore Camber. Si vuole questo? Allora bisogna mettersi attorno a un tavolo e discutere». Dipiazza si premura anche di smentire eventuali tentazioni di candidature in salsa rosa. «In questo caso – assicura – sono per un sindaco maschio, mai avuto alcuna idea su un ipotetico sindaco femmina. Ho sentito parlare della Savino, che stimo moltissimo e anche della Seganti, che però mi pare fuori gioco perchè la scelta spetta al Pdl...».


A tirar fuori il ”coup de theatre” finale ci pensa Roberto Menia di Futuro e libertà, assicurando che il cosiddetto Terzo Polo «avrà un proprio candidato sindaco». Lo ha fatto ieri, aggiungendo che è ovvio che la loro candidatura «sarà diversa da quella del Pdl».


«Abbiamo tutta l'intenzione di partecipare – ha aggiunto il finiano – segnando la diversità. Oggi la notizia che ha attratto la mia attenzione è quella collegata alla presunta nomina del presidente della Camera di Commercio al Terminal passeggeri: nient'altro che la prova del pactum celeris, e quindi mi pare del tutto evidente che con questo modo di essere non abbiamo nulla a che fare; il mio centrodestra è diverso da questo e tutto ciò ha delle conseguenze». La via dell’unità, insomma, per il momento sembra lastricata solo di buone intenzioni.


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