Dipiazza tira le somme del 2017: «Trieste fa gola all’estero, ho la fila di investitori»

Il sindaco rivendica gli obiettivi centrati su Porto vecchio, centro e periferie «Con Serracchiani ho lavorato benissimo. La sua partenza è una disgrazia»
Foto BRUNI 22.12.2017 Roberto Dipiazza
Foto BRUNI 22.12.2017 Roberto Dipiazza

TRIESTE «È stato un anno straordinario. Non ho mai lavorato tanto, né da privato cittadino, né da sindaco. E ti ricordo che da ragazzo andavo a scaricare casse al mercato». Roberto Dipiazza se ne sta accoccolato nello studio del primo cittadino, guardando compiaciuto piazza Unità. È uomo cui piace dar l’idea di trovarsi a suo agio ovunque e, complice anche la fortuna che i suoi avversari non mancano di ricordargli, si avvia verso il 2018 srotolando una lista di rivendicazioni. E derubricando a questioni minori le polemiche politiche che hanno interessato una giunta in cui la Lega non ha fatto mancare uscite controverse. «Di polemiche io non ne voglio più».

Sindaco, tiriamo un bilancio del 2017.

Mai lavorato tanto. La sdemanializzazione del Porto vecchio ha creato un interesse mai visto. Gli austriaci mi hanno spiegato perché: i prezzi di mercato sono talmente bassi che in città puoi comprare qualsiasi cosa e il valore non può che salire. A questo si aggiunge l’operazione Esof2020, che ha creato ulteriore interesse. Il boom del Porto nuovo, poi, ne ha innescato dell’altro. Ricevo ogni giorno qualcuno.

Risultati in Porto vecchio?

Il parcheggio di Barcola, già presentato e attivo. La rotatoria di Barcola, già presentata. I 50 milioni portati dalla governatrice Debora Serracchiani. I due magazzini che stiamo preparando con Esof.

Cosa resterà di quell’evento?

La città ne guadagnerà un centro congressi e uno spazio per le fiere. Impiegheremo parte dei 50 milioni per trasformare in musei i due magazzini davanti al Molo zero. Nel 26 andranno l’Icgeb e l’Immaginario scientifico. Al magazzino 20 la sovrintendenza dovrebbe fare la scuola di restauro. Poi c’è il progetto dei cinque magazzini di Maneschi. E poi in città venderemo Palazzo Carciotti, sposteremo il mercato ortofrutticolo e venderemo anche quell’area.

L’ex Fiera?

Andiamo avanti. Gli austriaci mettono 12 milioni di acquisto più 65 di investimenti. Lì vicino, dietro alla Sadoch, arriverà la Lidl. Nella stessa area sto lavorando con Cassa depositi e prestiti per il nuovo campus, che risolverà il problema delle sedi delle scuole superiori.

Il cambio nel Piano regolatore per consentire la costruzione del centro commerciale in fiera è stato contestato.

Io mi chiedo: arriva uno che vuole investire 65 milioni, comprando una fiera che altrimenti al 31 dicembre sarebbe fallita e ci avrebbe dato dieci anni di problemi. Lo chiedo al cittadino: dovevo fare la variante o dire “no, grazie”? Sarebbe stata una follia.

Non è rischioso?

Una cosa deve essere chiara. Se ci fossero stati cinque concorrenti alla gara sarebbe stato diverso. Ma ce n’era uno. Non ci saranno ricorsi. Non vedo il problema se si fa tutto nella trasparenza e nella legalità. Quando sento le critiche dei 5 Stelle rimango allibito.

Rapporti con il Porto.

Io, Zeno D’Agostino, Mario Sommariva e Santi Terranova siamo un quartetto perfetto. La nuova Ezit l’abbiamo fatta in 37 secondi. E ora un imprenditore interessato a investire avrà Zeno come interlocutore unico.

Fernetti?

La ricapitalizzazione consentirà l’acquisto dell’area Wärtsilä. Si sta creando un quadro di sviluppo unico in Italia.

Le opere in città?

Ci sono 15 milioni pronti per la manutenzione, che era un po’ carente. E poi piazza Foraggi, Roiano... Sono là, vanno avanti da sole. Una volta avrei parlato solo di questo. Ora le opere sono assodate, è la norma, e noi ci concentriamo su queste cose enormi, strategiche e bellissime.

Nei giorni scorsi una delegazione degli Emirati era in città.

Da Dubai. I contatti ci sono. Passiamo giornate a confrontarci con realtà impressionanti. Io so stare al mondo, ma alle volte ne sento davvero l’effetto.

Le iniziative della Lega nella sua giunta sono molto criticate.

La sicurezza è un problema o no? Lo è, lo dicono tutti. Ben venga un vicesindaco che si prende a cuore il problema.

Ma le prese di posizione sui richiedenti asilo hanno raffreddato i rapporti con la prefettura.

La Lega porta avanti questa storia dei migranti. Io penso che senza i bengalesi non costruiremmo le navi a Monfalcone. Ma devono venire per lavorare, non per non far nulla. Altrimenti la gente si irrita.

Riccardo Riccardi è un suo amico. Renzo Tondo era suo capogruppo in regione. Massimiliano Fedriga è uno dei politici triestini più in vista. Chi è il suo candidato?

Ci aggiungo anche Sergio Bolzonello. Bolzonello è un amico. Riccardi è un amico carissimo. Fedriga è un amico carissimo. Con Tondo siamo soci. Chiunque venga io cado in piedi. Poi farò campagna per il candidato del centrodestra, come feci nel 2008 per Tondo.

Anche Forza Italia pesa nella sua maggioranza. Come va con Giulio Camber?

Rapporti molto buoni, mai avuto alcun tipo di scontro. Quando ero nei primi due mandati tutti pensavano che chiunque avrebbe potuto fare quello che facevo io. La sconfitta del 2011 ha dimostrato che non è così. Poi la sinistra non si è distinta nella guida della città e questo mi ha aiutato. Finalmente governo come voglio io, con tutte le istituzioni attorno.

Dopo le elezioni la giunta rischia di perdere pezzi.

Ci sono vari appetiti. È una grande giunta. C’è gente come Angela Brandi, Giorgio Rossi, Carlo Grilli, amato anche dalla sinistra. Ma tutti sanno lavorare bene. Se qualcuno legittimamente andrà in Regione, sarà sostituito da qualcuno di altrettanto egregio.

Se Tuiach ufficializza in consiglio il passaggio in Forza Nuova, lo tenete in maggioranza?

Una volta in maggioranza c’era Rifondazione comunista. Non vedo un problema Tuiach. È un ragazzo esuberante. Ma penso resterà vicino al centrodestra e non credo che Forza Nuova sconvolgerà la città.

State lavorando molto sulla Ferriera. Lei ha parlato di novità nei primi mesi del 2018. Quali?

Stiamo collaborando molto bene con le associazioni ambientaliste. Chiederemo la revisione dell’Aia. E stiamo ragionando su come fare un’ordinanza per la riduzione della produzione. Poi ho altro in serbo, ma un passo per volta. C’è anche un’altra sfida.

Quale?

Qua continuiamo a parlare di Ferriera, ma io ho chiesto alla Regione di convocare il tavolo per il lavoro. Perché se dovesse chiudere l’area a caldo non mancheranno gli ambiti in cui impiegare i lavoratori, con lo sviluppo che c’è. Ci troveremo anzi a dover importare manodopera. Avremo una crescita demografica da lavoro.

Un giudizio su Debora Serracchiani?

Abbiamo un rapporto bellissimo. Pur avendo idee diverse, vedi Ferriera, non ci siamo mai mancati di rispetto e non siamo mai venuti meno alla parola data.

Zeno D’Agostino? Il suo incarico prima o poi scadrà. Lei cosa farà?

Già è una disgrazia che se ne vada Serracchiani. Zeno ha fatto un lavoro fantastico e sarà difeso ad oltranza dal sindaco. Per l’amor di Dio, non cerchiamo rogne. Le scadenze ci sono ma non facciamoci del male. È inutile fasciarsi la testa prima del tempo.

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