Dipiazza sfida la Lega: potremmo smaltire a Trieste i rifiuti di Napoli
«Decide la Regione, ma la spazzatura del Sud non è diversa». Il no della Lega: scenderemo in piazza
Il termovalorizzatore di Trieste
Trieste oggi non è pronta, ma potrebbe esserlo nel nuovo anno. Per accogliere parte dei rifiuti di Napoli, dando così il proprio contributo al Paese nel fronteggiare l’emergenza campana. Roberto Dipiazza non chiude la porta all’ipotesi, dunque, forte di quel termovalorizzatore che andrebbe a bruciare anche le nuove immondizie in entrata generando energia.
Quantità, modalità di trasporto, eventuali dettagli economici della possibile operazione ancora mancano. Perché, come spiega il sindaco stesso, «non c’è alcun accordo. E poi sono le Regioni a decidere. In ogni caso, in questo momento non potremmo perché una linea del termovalorizzatore è attualmente in manutenzione». Ergo, ad oggi, di spazio libero non ce n’è. «Stiamo bruciando 10mila tonnellate di rifiuti in arrivo da Udine, oltre a quelli di Trieste e di Gorizia. Per il prossimo anno vedremo - apre Dipiazza, sistemandosi sulla stessa posizione rispetto a quanto già affermato dal presidente della Regione Renzo Tondo -. Anche perché che differenza fa se la spazzatura arriva da Trieste, Gorizia, Udine, Torino o Napoli? È diversa? Basta con queste bassezze di contenuti».
Un messaggio, quello del sindaco, cui forse può essere data anche una lettura politica. Dipiazza, come noto, concluderà il proprio mandato da sindaco la prossima primavera e il suo futuro politico resta un rebus: lui vorrebbe sedersi al vertice dell’Autorità portuale, per cui però l’indicazione ministeriale ha assegnato la pole position a Marina Monassi nell’attesa che sia Renzo Tondo a pronunciarsi. Il sindaco non si sente ancora tagliato fuori, e dunque qualche messaggio implicito - nel caso, di disponibilità sul tema rifiuti - fino a Roma lo manda, considerato poi che se il suo futuro non dovesse fare rima con il Porto, proprio quel messaggio potrebbe, chissà, aprirgli i portoni romani con un ruolo da sottosegretario.
Ma l’apertura del sindaco non piace a tutti. Per la Lega Nord, il più fedele alleato del Pdl, che pure a Trieste sposa la linea adottata in Veneto e dal proprio vertice regionale, si tratta di un boccone difficile da digerire. Nonostante i tentativi di mediazione di Dipiazza: «Il sindaco mi ha chiamato - rivela Maurizio Ferrara, capogruppo padano in Consiglio comunale ed ex numero uno della Lista Dipiazza nell’aula del Municipio - domandandomi se vi fosse la disponibilità a fare un passo indietro come Lega. Gli ho risposto di no. E sappia che se accetterà le immondizie di Napoli, posto che il vicepresidente della Regione Luca Ciriani gli ha chiesto un parere, perderà l’appoggio del Carroccio in Comune».
Il gruppo leghista in Consiglio regionale ha presentato una mozione per impegnare la giunta regionale «a dichiarare l’indisponibilità del Friuli Venezia Giulia ad accogliere i rifiuti campani». Ordini del giorno sullo stesso tema verranno presentati nei Consigli comunali e provinciali dagli esponenti della Lega e il partito si attiverà anche per raccogliere firme a favore di una petizione popolare. E se il lavoro nelle istituzioni non basterà, spiega il capogruppo Danilo Narduzzi, «scenderemo in piazza davanti alla sede della Regione».
I rappresentanti della Lega sperano «che il presidente Tondo sappia cogliere il sentimento popolare. I sondaggi dicono che l’87% dei cittadini della regione sono contrari a bruciare i rifiuti di Napoli in Friuli Venezia Giulia». Per Narduzzi quella napoletana «non è un’emergenza ma una situazione che si protrae da anni in un settore, quello dei rifiuti, che è tra i più facilmente programmabili». E non si tratta di uno scontro Nord contro Sud, sottolinea: «A Salerno hanno affrontato bene la questione con la raccolta differenziata.
E anche l’area vesuviana è contraria a ricevere l’immondizia di Napoli». La mozione verrà discussa a metà gennaio in Consiglio regionale visto che la Conferenza dei capigruppo non ha accordato l’urgenza, negando quindi il dibattito già a dicembre: «La vecchia partitocrazia è rinata - commenta a riguardo Narduzzi -. Ex Dc, Msi e Pci hanno creato un asse che vuole aprire la strada alle immondizie napoletane». A favore dell’urgenza si erano espressi Idv e Gruppo Misto. Per il deputato leghista Massimiliano Fedriga «non si può nuovamente chiedere a giuliani e friulani di portarsi a casa le immondizie dei napoletani. Non siamo stati noi a votare Bassolino e Jervolino, quindi non possiamo essere noi a pagarne le conseguenze».
(ha collaborato Roberto Urizio)
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