Dipiazza: "Posti auto nei palazzi, ma restano i park interrati"

Il sindaco: Nessuna antitesi, avanti su due binari. Omero (Pd): prima il Piano traffico
Il Piano particolareggiato del centro storico, nella parte in cui espone un numero-limite di 120 palazzi di terza classe a ipotesi di svuotamento e trasformazione in posteggi multipiano, non sconfessa il Pup, cioè il Piano urbano dei parcheggi quasi tutti interrati da 18 strutture per oltre cinquemila posti approvato due anni fa. Semmai lo affianca. Perché in una città da «centomila auto e trentamila stalli, un gap folle, servirebbe di tutto di più», morde il problema Roberto Dipiazza. Il quale però insiste anche per puntualizzare quello che, a suo modo di vedere, «è un indirizzo di massima e nulla più. Non è che nel Piano particolareggiato del centro storico si sentenzia che ben 120 immobili diventeranno parcheggi, si parla di ”possibilità” che è diverso». Per il sindaco comunque i park interrati del Pup e quelli eventualmente ”inscatolati” del Piano del centro storico «non sono in antitesi», perché per agevolare la vivibilità della Trieste di domani ce ne vuole.


FILOSOFIA MISTA.
Per la realizzazione di nuove aree di sosta in cui nascondere le macchine, e consentire agli automobilisti di sgassare meno in cerca di un buco attutendo al contempo il malvezzo dei posteggi volanti in terza o quarta fila, si profila quindi una filosofia mista. Il Pup insomma resta la via maestra. Ma in una città compressa tra il livello del mare e il colle di San Giusto con torrenti sotterranei che dalle semiperiferie scendono verso le Rive - le difficoltà e i ritardi di alcuni progetti-pilota come ad esempio park San Giusto e Audace dipendono anche dalla necessità di approfondire le analisi geologiche - il Pup dovrà per forza convivere altri contenitori esterni.


NUMERI-LIMITE.
Questo è in sintesi l’orientamento dell’amministrazione cittadina che s’intuisce all’indomani dell’uscita dalle stanze del Municipio, per scelta del verde Alfredo Racovelli, del plico riservato a ciascun consigliere sul Piano particolareggiato del centro storico. Nel documento si legge che «le analisi condotte per il Pup hanno evidenziato un fabbisogno, nelle aree oggetto del Piano particolareggiato, stimabile attorno ai diecimila posti auto... L’esame ha portato a individuare circa 120 edifici per i quali viene contemplata la possibilità di una trasformazione del sistema interno, finalizzata alla creazione di un’autorimessa».


LE PERTINENZE.
Altro paragrafo meritano le conversioni di fori commerciali e privati a livello stradale: «Accanto alla possibilità di trasformazione di interi edifici in strutture per il parcamento, vi è poi la possibilità, limitata ai soli parcheggi pertinenziali, di realizzare i posti macchina in dotazione all’unità immobiliare». A patto che il sito del garage sia compatibile con i flussi di traffico e che l’edificio soggetto a modifica non ricada in classe 1, quella dei palazzi di pregio intoccabili. «È logico - così Dipiazza - che non ci sono gli stessi negozi di una volta, cambia il mondo, certi fori vanno riutilizzati per ridurre i veicoli in sosta all’esterno».


IN NODO-MOBILITÀ.
Concorda in parte, ma frena l’automatismo evocato nel documento, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Fabio Omero, secondo cui senza un Piano del traffico alla mano rischia d’esser tutta aria fritta. «Le indicazioni del Piano particolareggiato - rileva Omero - diventano fattibili, e non finiscono in antitesi con il Pup, nel momento in cui si sa con certezza che la realizzazione di un park in un edificio e soprattutto di un garage pertinenziale al piano terra non pregiudica mobilità e arredi urbani. Non si può pensare di fare un garage al posto di un negozio in una via destinata a pedonalizzazione. Sennò sarà, al massimo, zona a traffico limitato».

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