Dipiazza non ricuce lo strappo sul 25 Aprile: «Chi non partecipa, si esclude da solo»

Il sindaco contesta Anpi e Cgil: «Quella di San Sabba non è una festa di compleanno». Anche la Cisl critica lo sdoppiamento
Foto BRUNI 27.01.2019 Risiera S.Sabba-Giornata della memoria
Foto BRUNI 27.01.2019 Risiera S.Sabba-Giornata della memoria

TRIESTE «Il 25 aprile non è una festa di compleanno dove ognuno può fare ciò che crede, è una cerimonia istituzionale ufficiale della Repubblica italiana e chi non vi partecipa si mette fuori da solo, non c'è altro da commentare». Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, appreso dello strappo di Anpi, Cgil e altre associazioni partigiane di non partecipare alla cerimonia ufficiale che si terrà alla Risiera di San Sabba il 25 aprile alle 11, non ha alcune intenzione di ricucire. La cerimonia resta una sola e quello che accade dopo non gli interessa.

«É ora di finirla con questo tira e molla. Siamo alle solite. L’anno scorso hanno fischiato per 10 minuti il mio discorso. Io quando entro alla Risiera mi comporto da ospite con tutti i riguardi. Ma non è neppure la festa dell’onomastico dell’Anpi o della Cgil. Se faccio parlare loro devo far parlare anche gli altri. Chi non partecipa con il prefetto e i sindaci si esclude da solo. Non sono stato io a metterli fuori», chiude la pratica Dipiazza. «Ce ne faremo una ragione» aggiunge il vicesindaco leghista Paolo Polidori che parla di “anti antifascisti”: «Sono rimasto veramente basito ed esterrefatto per l’estrema (se non estremistica) presa di posizione dell’Anpi. Il fatto denota la strumentalizzazione di basso livello da parte di associazioni che di politica non ne dovrebbero fare, con l’intento di affibbiare ideologie fasciste a chiunque non si allinei al loro pensiero unico».



Così quest’anno l'Anpi, come ribadito ieri mattina in una conferenza stampa, non parteciperà alla cerimonia ufficiale del Comune di Trieste. Assieme alla Cgil e ad altre associazioni partigiane, promuoverà un corteo parallelo che partirà nei pressi della Risiera, per accedervi solo «quando la cerimonia sarà finita». Si tratta di una «decisione sofferta - afferma il presidente provinciale dell'Anpi, Fabio Vallon -. Trieste è l'unica città capoluogo dove durante la cerimonia ufficiale non viene data la parola alle organizzazioni che rappresentano chi la lotta di Liberazione l’ha fatta».

L’anno scorso fu rifiutata la parola allo storico Marcello Flores, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per la storia della Resistenza, con la scusa della campagna elettorale in corso. Quest’anno non si è voluto neppure discutere. «Da un paio di anni - spiega Vallon - chiediamo la modifica del programma della cerimonia. Quest'anno abbiamo avuto di nuovo il diniego del sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, che non accetta cambiamenti alla cerimoniale e considera l'evento «solo un atto burocratico».

Al fianco dell’Anpi ci sarà la Cgil: «I valori della Resistenza vanno rivitalizzati per le nuove generazioni soprattutto oggi che c’è una tendenza a legittimare le ideologie neofasciste», annuncia il segretario Cgil Michele Piga. Il corteo di Anpi e Cgil, aperto da un vecchio striscione bilingue con la scritta “Viva la Resistenza”, partirà alle 10.30 dal piazzale dello stadio Grezar e percorso via Valmaura e Ratto della Pileria raggiungerà il cortile della Risiera dove, quando le istituzioni avranno terminato i loro interventi e il coro Pinko Tomažić“ esauriti i primi canti partigiani, parlerà il vicepresidente dell’Anpi nazionale, Emilio Ricci.

La scelta di un’altra cerimonia non ha trovato per ora molte adesioni oltre ai promotori (Anpi, Aned, Cgil, Anppia e Arci). A favore c’è l’Udi ( Il Caffè delle Donne) che si è rivolta al Presidente della Repubblica “affinché intervenga nei confronti del Comune di Trieste e del suo sindaco”. «Se non cambieranno idea saremo al corteo antifascista e antirazzista», annuncia Ester Pacor.

Lo sdoppiamento non convince tutti. «Mi auguro – è l’appello del segretario generale della Cisl, Alberto Monticco – che Anpi, Cgil, Anppia, Aned e Arci facciano marcia indietro a partecipino alla manifestazione alla Risiera: i valori della Resistenza non possono essere sfrattati da calcolo politico, antipatia, da un credo diverso e nemmeno essere banalizzati con superficialità, specie dalle istituzioni».

Non manca anche l’appello istituzionale. Preventivo. «Poiché tutti sono animati da nobili passioni civili è opinione condivisa della Commissione che la sacralità del luogo, nel quale si svolge la solenne commemorazione, dovrebbe destare un sentimento di cooperazione affinché il Monumento Nazionale sia disgiunto da qualsiasi pretesto polemico o di contestazione. Per tale motivo si desidera rivolgere un appello ai rappresentanti di organizzazioni sindacali e associazioni di esibire, soltanto all'interno della Risiera, unicamente simboli riconosciuti della lotta di liberazione e di evitare vessilli diversi», è l’invito della Commissione del monumento nazionale e museo della Risiera. L’obiettivo è evitare che a San Sabba sventolino, come l’anno scorso, le bandiere palestinesi che hanno provocato l’abbandono della cerimonia da parte della Comunità ebraica.

Il programma è stato definito nei minimi particolari. La solenne cerimonia commemorativa avrà inizio alla Risiera di San Sabba alle 11. Ci saranno gli interventi di un rappresentante dei sindacati provinciali, del sindaco di Trieste e del sindaco di San Dorligo. Subito dopo verranno celebrati i riti religiosi cattolico, ebraico, serbo-ortodosso, greco-ortodosso ed evangelico.

Al termine, alle 12, avrà luogo un concerto del Coro partigiano “Pinko Tomažič” intitolato ‘‘Canzoni, parole e fiori per il 25 aprile’’. Oggi, intanto, avrà luogo l'annuale deposizione di corone in ricordo dei Caduti della Resistenza nella nostra città. —


 

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