Dipiazza litiga con l’Ustif Il tram resta fermo al palo
Burrascosa riunione a Venezia con l’ente ministeriale per la ripartenza della linea Alla fine il sindaco sbatte la porta ma non molla: «Sto prendendo provvedimenti»

Non sappiamo cosa sia successo di preciso nella sede dell’Ustif, a Venezia, lunedì mattina. Se non che il sindaco Roberto Dipiazza se n’è andato sbattendo (più o meno metaforicamente) la porta. Il che lascia presagire tempi perlomeno complicati per il tram di Opicina.
Di cosa stiamo parlando? Lunedì il primo cittadino, accompagnato da almeno un tecnico del Comune e da personale di Trieste trasporti, è andato nella città lagunare per confrontarsi con l’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi del Ministero, l’ente incaricato di stabilire quali misure vanno prese per consentire la ripartenza del tram di Opicina.
I ben informati rivelano però che le richieste del Comune, ovvero avere il via libera per una riattivazione almeno parziale della linea, hanno incontrato il diniego dell’Ustif. Secondo il ministero, infatti, il tram dovrebbe essere rimesso a norma da capo a piedi prima di poter ripartire.
A quel punto il sindaco è andato fuori dai gangheri, riferiscono le fonti, lasciando la riunione infuriato. Due giorni dopo, sbollita l’arrabbiatura, il sindaco non entra nei particolari della dinamica, ma non le manda a dire: «Bisogna capire che questi sono statali. Il problema è che hai a che fare con gente che ha il posto sicuro e la paga sicura».
È probabile che l’Ustif non sia molto ben disposto verso il Comune ora, ma Dipiazza annuncia: «Sto prendendo provvedimenti adeguati. Sto preparando una cosa importante. Non posso dire di più, per il momento, ma sia chiaro che stiamo lavorando». La prospettiva di rimettere in moto le carrozza blu, quindi, non dev’essere abbandonata: «Il problema è molto complesso - conclude il primo cittadino -. Come ho detto anche all’Ustif, c’è stato un incidente ma non serve mettere in questione tutta la linea per questo. Non è che se c’è un incidente in autostrada poi bisogna rifare tutta l’autostrada per forza». Da parte sua Trieste trasporti non fa nessun commento sulla riunione di lunedì. L’ultimo atto compiuto dall’azienda in materia di tram di Opicina, aggiungono, è la lettera inviata alla Regione in data 11 settembre scorso per ottenere l’avvio della procedura di apertura da parte dell’Ustif.
La vicenda è già stata motivo di contrasti fra il Comune e la sua stessa partecipata. Nelle settimane scorse il sindaco aveva accusato l’azienda di aver detto all’Ustif che servono cinque milioni di euro per rimettere a norma la linea. Dipiazza era arrivato a chiedere la testa di due dirigenti della Trieste trasporti, dicendo che il Comune era pronto a fare un intervento da 500mila euro che, sempre secondo il sindaco, avrebbe dovuto rimettere in sesto il tram.
L’azienda non ha replicato alle critiche del socio di maggioranza, c’hanno pensato però il capogruppo di Forza Italia Piero Camber e l’assessore ai trasporti Maurizio Bucci. I due esponenti forzisti hanno spiegato che, a quanto risulta loro, i tempi per la risposta non potevano essere differenti, vista la farraginosità dell’iter. Hanno precisato anche che il costo complessivo di rifacimento della linea è frutto di una valutazione fatta ancora ai tempi dell’amministrazione Cosolini, ed è stata confermata poi da una delle relazioni affidate ai privati dalla stessa giunta.
Bucci, in una lunga relazione al consiglio comunale, ha dichiarato: «È come ho detto fin dal principio, aspettiamo soltanto il via libera dell’Ustif. Anche se l’Ustif stesso alla fine non ha responsabilità, si tratta di un procedimento complesso e non si poteva fare prima di settembre. L’unica colpa è di chi ha voluto buttarla in polemica». In quel caso si riferiva a chi, in consiglio, lo criticava per la gestione della vicenda. Certo è che, salvo miracoli, il nodo non sembra destinato a sciogliersi in tempi brevi.
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