Dipiazza: il mio successore può essere un leghista

"Spero che i partiti scelgano il migliore". Ma Menia stoppa i padani: "Il candidato sarà del Pdl"
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza
Il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza
TRIESTE
Il candidato sindaco del 2011? «Mi farebbe piacere che la politica decidesse il migliore». Roberto Dipiazza chiarisce che quel «migliore» può essere eventualmente anche un candidato leghista. Un’apertura forse non prevista da un Pdl che, con Roberto Menia, chiarisce: «La candidatura in Comune spetta a noi». Il sindaco di Trieste, però, insiste: «Bisogna lavorare per il Paese e per le città, l’appartenenza è relativa».


Il giorno dopo le ”prenotazioni” sul futuro governatore e sui futuri sindaci di Pietro Fontanini, Dipiazza non fa gioco di partito. Auspica una «politica nuova». E precisa che «se il candidato migliore fosse del Pdl, spetterebbe a lui. Ma, fosse della Lega, gli si dovrebbe aprire la strada. Perché quello che conta è fare il bene dei cittadini, indipendentemente dall’appartenenza».

Meritocrazia, dunque. Il «migliore», come lo definisce Dipiazza, dovrà essere il candidato. Per il Pdl invece, o meglio per il vicecoordinatore regionale, il migliore è in casa. «Non ci possono essere dubbi - osserva Menia -. Posto che spazio per il terzo mandato di Dipiazza non c’è, il Pdl, la forza preponderante tra ex Fi ed ex An, dovrà esprimere il candidato sindaco. Su questo non si discute».


Nessuna apertura alla Lega, proprio no. Ma non solo su Trieste. Menia, rispondendo a Fontanini, ipoteca pure la Regione: «È scontato che nel 2013 quella di Tondo sia la naturale ricandidatura. Sarebbe almeno irrituale e strano che il presidente uscente non facesse il secondo mandato di prassi». Spazio al Carroccio da qualche parte? Almeno a Pordenone, dove i risultati padani sono esplosivi e dove Fontanini sottolinea il caso Caneva, una Lega che vola, contribuisce a strappare al centrosinistra una roccaforte storica e sorpassa il Pdl di oltre 6 punti? «Quel test - osserva ancora Menia - ha una valenza numericamente minuscola. Certo, il caso del Comune di Pordenone è diverso, lì la Lega può effettivamente avanzare pretese. Ma nulla può essere scontato. Perché, oltre a rivendicare le bandierine, si deve anche proporre un nome forte. Insomma, il candidato sindaco va scelto in base alle capacità e alle possibilità di vittoria. E il Pdl, in quella città, può proporre Elio De Anna come ottimo candidato».


Non è il solo, Menia, a proporre De Anna. Una pedina in movimento che scompaginerebbe ulteriormente l’assetto di una giunta in discussione nei prossimi giorni, in attesa della ratifica il 28 maggio, giorno della verifica. Una verifica che, assicura Menia, «non sarà convocata per finta. Logica vorrebbe - aggiunge - che da quell’incontro esca qualcosa. E che, soprattutto, serva a vederci uscire rafforzati e d’accordo. Il rimpasto? Toccherà al presidente dire l’ultima parola».


Un rimpasto che la Lega vorrebbe a suo favore. «Se un terzo assessore leghista fosse funzionale a una maggior operatività, lo chiederemmo», ha detto Fontanini precisando che turismo e commercio nelle mani del Carroccio sarebbero «una scelta funzionale a una maggior operatività della giunta». E Alessia Rosolen? Ferruccio Saro considera l’assessore al Lavoro «un valore aggiunto per la giunta». Precisa che «ha lavorato benissimo fin qui». E auspica che «Tondo la pensi così». Ma, stando alle indiscrezioni, in un colloquio delle ultime ore tra presidente e assessore, che mantiene il silenzio, non ci sarebbero state rassicurazioni. Tutt’altro. La Rosolen, come del resto dichiarato il giorno dopo l’attacco subito dai consiglieri regionali triestini del Pdl, si sente «in scadenza». Il colloquio con Tondo avrebbe rafforzato quella sensazione.


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