Dipiazza, i primi cento giorni tra "sceriffate", contraddizioni e gaffe
TRIESTE «Faccio alla Berlusconi, firmo, e c'è una registrazione, cari cittadini. E questo è quello che faremo nei 100 giorni». È il 9 giugno 2016 e Roberto Dipiazza. come fosse a “Porta a porta” da Vespa, firma davanti alle telecamere di Telequattro e al sindaco uscente Roberto Cosolini un documento in 10 punti. «Nel mio programma c’è la chiusura dell’area a caldo della Ferriera, primi cento giorni, 10 punti, contratto firmato, faccia una fotocopia e se la tenga», dice rivolto al conduttore. La madre di tutte le promesse era ovviamente la meno realizzabile. Quasi una boutade. Nel frattempo Siderurgica Triestina (Arvedi) ha stampato il suo nome sulle maglie dell’Unione. E la vicenda della Ferriera per ora è finita nel pallone.
Ma a parte quelle trovate elettorali, sembrano ben lontani i tempi in cui Dipiazza andava in giro nei quartieri a caccia di voti. Ecco il diario dei suoi primi cento giorni. Tra annunci, provvedimenti, polemiche, retromarce. E qualche gaffe.
Un inizio da sceriffo
Appena insediato il 21 giugno Dipiazza dà ordine ai vigili di pattugliare viale XX Settembre e annuncia la cacciata dei mendicanti dall'ingresso del Porto Vecchio. Inizia da sceriffo il suo terzo mandato con la mano pesante. D’altronde l’aveva promesso in campagna elettorale. E presto dovrebbero arrivare anche le armi per la polizia locale. Il sindaco intende consegnare le pistole a una quarantina dei 226 “tubi”. Una scelta su base volontaria. Le pistole serviranno anche per istituire il servizio di vigilanza notturna.
Alluminio in piazza Unità
Il primo sopralluogo di Dipiazza è il 23 giugno al cantiere in piazza Unità, dove si è sollevata la pavimentazione. Il sindaco del fare è tornato. «Ho contattato il responsabile del servizio Strade dei Lavori pubblici del Comune - afferma il sindaco - e abbiamo preso la decisione di liberare momentaneamente la piazza dalla direttrice centrale in pietra, in modo da darle la possibilità di muoversi fino ad arrivare alla definitiva stabilizzazione». Detto, fatto.
Mercato ittico in Porto vecchio
Fate innovazione, inventate qualcosa ogni giorno» (Dipiazza, 23 settembre a Trieste Next). Il terzo mandato da sindaco, in effetti, inizia così. ll 6 luglio, di fronte alla chiusura del mercato ittico all’ex Gaslini da parte dei Nas, annuncia l'intenzione di trasferirlo «entro 400 giorni» in Porto vecchio al Molo Zero. A nessuno era venuto in mente prima. «Il commissario D'Agostino - anticipa proprio Dipiazza - è d'accordo». Non resta che aspettare 10 mesi.
Lo show all’ex caserma Beleno
Il 12 luglio c’è il sopralluogo show alla caserma Beleno con tanto di telecamera al seguito alla presenza del comandante dei vigili Abbate, del vicesindaco Roberti e dell’assessore Lodi. «L'avvio degli interventi era stato dato dieci anni fa e ad oggi, nonostante le molte risorse spese anche in modo inopportuno, ci sono ancora opere da completare», denuncia Dipiazza, che assicura l’inaugurazione della caserma storta a fine settembre. Promessa mantenuta. E opera dedicata a San Sebastiano martire.
Al rispetto non si gioca più
Il 17 luglio la giunta cancella il "Gioco del rispetto" dai programmi formativi del Comune. “Pari e dispari” viene ritirato e finisce nel cestino come scritto nel programma elettorale. Negli asili della città non si farà più. «I bambini sono sacri, devono poter giocare liberamente ed avere garantita un'infanzia serena», spiega il sindaco.
L’assessore fisso a Bruxelles
«Siccome Roma non ha più risorse, andiamo a Bruxelles. Faccio un assessorato per i fondi comunitari che sta là tutta la settimana a prendere risorse», promette Dipiazza il 30 gennaio 2016. L’assessore fisso a Bruxelles non si è però visto. La delega ai fondi europei è stata affidata all’assessore alla crociere Maurizio Bucci. «Non posso pensare che Bucci mi viva a Bruxelles», rettifica il sindaco il primo luglio.
Addio trenino per Barcola (ma forse no)
A fine luglio la giunta decide di sopprimere il trenino in Porto vecchio che aveva iniziato le corse il 10 giugno e che in autunno sarebbe dovuto arrivare “quasi” a Barcola. Era costato 200mila euro. Vengono così lasciate senza collegamento la mostra sul Lloyd Triestino di navigazione e la nuovo spettacolo di Luci e Suoni. Qualche giorno fa, invece, l’annuncio della ripartenza del trenino, ma solo per la Coppa d’Autunno. Trieste è la “Città della Barcolana”. Ma il trenino non arriverà mai “quasi” a Barcola.
Galleria di Montebello rinviata
Del risanamento della Galleria di Piazza Foraggi si parla dal 2002, prima giunta Dipiazza. Sembrava che i lavori dovessero partire quest’anno (3 milioni e 900mila euro già stanziati). «Lì, se succede una disgrazia, andiamo in galera tutti. Cosolini dice che ha problemi di patto di stabilità? Sono scelte», ha dichiarato Dipiazza a gennaio. E lui, come prima cosa, ha scelto di rinviare i lavori al 2017.
Lo stop alla fontana
A fine luglio la giunta Dipiazza blocca pure il restauro della fontana dei Quattro Continenti in piazza Unità. Intervento già deciso e programmato dalla precedente amministrazione e stoppato a sorpresa, senza apparenti motivazioni. «Una pausa di riflessione - l’unica spiegazione arrivata dal Municipio - per capire se davvero è il caso di intervenire».
Unioni civili “separate”
«C’è una sala matrimoni destinata ai matrimoni tra un uomo, una donna e i bambini. E questa è in piazza Unità» (24 settembre). Roberto Dipiazza non ne vuole sapere di parificare luoghi e cerimonie tra matrimoni civili e unioni civili come previsto dalla Legge Cirinnà. E così l’amministrazione, negando la sala di piazza Unità, ha messo a disposizione la sala Bazlen di palazzo Gopcevich, dopo aver proposto in un primo momento l’ufficio dei divorzi brevi. La discriminazione resta. E così per Trieste sono in arrivo ricorsi al Tar e probabilmente un Gay Pride di protesta.
Uti maior, Dipiazza cessat
Nel mese di giugno Sandra Savino, parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia, annuncia: «Chiederò al neo eletto sindaco, Roberto Dipiazza, di fare un atto formale per far uscire il Comune capoluogo dall'Uti giuliana dove, peraltro, risultano iscritte solamente Trieste e Sgonico». Il 20 settembre Massimiliano Fedriga, capogruppo alla Camera della Lega, afferma: «Sto scrivendo il programma per le prossime regionali: il primo punto è la riforma delle autonomie locali con l'abolizione delle Uti e il ritorno a organi elettivi con competenze non in capo alla Regione». Il 21 settembre il sindaco, che il 19 luglio aveva definito la riforma delle Uti “dannosa” («si correrrà il rischio di ingolfare la macchina amministrativa con aumenti dei costi per i cittadini. Un vero capolavoro») mette d’accordo gli altri sindaci del comuni minori e presiede l’Uti giuliana.
Leggi razziali, "stop and go"
Prima il “niet” alla tradizionale cerimonia organizzata per ricordare la promulgazione delle leggi razziali da parte di Mussolini nel 1938. Poi il rapidissimo dietrofront, innescato dalla pioggia di critiche piovute anche sul web, e il tentativo di gettare acqua sul fuoco riducendo l’episodio ad un «semplice equivoco». Il caso della mancata autorizzazione alla commemorazione in piazza Unità, accanto alla targa posizionata nel 2013 in piazza Unità a ricordo di quella pagina di storia, è scoppiato la settimana scorsa, a ridosso della data del 18 settembre, il giorno appunto in cui Mussolini annunciò l’entrata in vigore delle leggi razziali. A sollevarlo il comitato Danilo Dolci, che da sei anni raduna cittadini attorno alla targa «per non dimenticare quanto successo e impedire che possa accadere di nuovo».
Quest’anno, però, i componenti del comitato si sono visti negare l’autorizzazione dagli uffici che, su indicazione del gabinetto del sindaco, avevano dichiarato indisponibile piazza Unità (ufficialmente per la presenza degli stand di Next) e “dirottato” la cerimonia in piazza Goldoni. Una scelta subito accompagnata da un coro di reazione indignate, tanto da spingere la giunta a fare retromarcia già l’indomani. «La cerimonia commemorativa della promulgazione delle leggi razziali del 18 settembre 1938 in piazza Unità d'Italia a Trieste si svolgerà regolarmente - le parole Dipiazza 24 ore dopo la denuncia del comitato -. Non esiste quindi alcun caso».
Artisti di strada e writer
È di pochi giorni fa, poi, il via libera dato dal primo cittadino all’offensiva sferrata dal suo vice, il leghista Roberti, contro gli artisti di strada. Dipiazza ha firmato l’ordinanza che vieta ai «musicisti abusivi», quelli cioè non regolarmente iscritti nel registro ad hoc istituito in Comune, di esibirsi nelle strade del centro, e dispone il sequestro di strumenti e impianto audio per i trasgressori. Una linea dura simile a quella adottata nei confronti di altre due categorie di “nemici”: graffitari e attacchini abusivi. Un’altra ordinanza firmata nei giorni scorsi da Dipiazza, sempre su proposta del vice, prevede infatti sanzioni triplicate (da 500 a 1500 euro) per chi affigge in città manifesti senza autorizzazione, e autentiche “mazzate” per i writer colti sul fatto: nel loro caso le multe passano da 1000 a ben 10mila euro.
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