Dipiazza: «Coop Alleanza venderà il Silos di Trieste»

Il sindaco: «Lavoriamo da mesi per creare le condizioni che consentano di metterlo sul mercato»
Massimo Greco

TRIESTE. Coop Alleanza 3.0 ha in animo di vendere il Silos, il grande edificio costruito nella seconda metà dell’Ottocento, in contemporanea con la Stazione ferroviaria. Da Fiume, dove ieri si trovava per una tavola rotonda, è il sindaco Roberto Dipiazza ad annunciare che «finalmente qualcosa si sta muovendo nella vicenda del Silos». «Stiamo aiutando la proprietà a determinare tutte le condizioni affinchè l’immobile possa andare sul mercato, operazione che sperabilmente potrà avvenire durante l’anno», ha aggiunto il primo cittadino. «Quindi non è vero che nulla sia stato compiuto per questo stabile - s’inalbera al cellulare - sono mesi che lavoriamo per disegnarne una prospettiva commerciale e sbloccare così una situazione che dura dal 1999».

Dipiazza si è fatto anche un’idea su quello che potrebbe essere il futuro di questo gigantesco hangar da 57.000 metri quadrati, nato per immagazzinare cereali, una superficie più o meno equivalente a un isolato adiacente a Ponterosso: «Secondo me bisognerebbe modificare il progetto e creare una sorta di terminal passeggeri “intermodale” al servizio della stazione ferroviaria, dell’aeroporto, della crocieristica. Un luogo andata/ritorno dove il viaggiatore possa trovare quello che gli occorre, a cominciare da un buon hotel». «E sono convinto che il Silos - concludeva il borgomastro - avrà parecchi estimatori».

La rivelazione di Dipiazza illumina, dopo oltre un anno di silenzio pressochè assoluto, la sorte del Silos. Sembrava strano che tutto in quell’area si muovesse a eccezione di quell’edificio teoricamente destinato a mirabilie: 100-120 milioni di investimenti, hotel quattro stelle, centro commerciale, 800 parcheggi, tre sale-conferenze, nuova stazione delle autocorriere. Oltre 17 milioni di lavori da “girare” al Municipio, che li aveva inseriti nel Piano triennale. Rifatta piazza Libertà, abbattuta la Tripcovich, recuperati i grandi palazzi privati (Panfili, Kallister), circa 200 milioni di euro pubblici spumeggianti nel Porto vecchio: restavano però quei trecento metri di semi-degrado spartiti tra la mestizia dell’autostazione e della sua biglietteria e il disastro della porzione a nord, abituale bivacco della “rotta balcanica”. Ormai 24 anni - da quando il Comune aveva venduto quegli spazi che avevano ospitato i profughi istriano-dalmati nel secondo dopoguerra - erano trascorsi invano.

Perchè del Silos non si sentiva parlare dall’autunno del 2021, allorquando i professionisti della latisanese Archea, incaricati del progetto, si erano confrontati con gli uffici comunali in merito alle risultanze della conferenza dei servizi svoltasi il 7 giugno di quell’anno, un appuntamento che aveva generato speranze di rilancio. Poi la Regione Fvg aveva avanzato una serie di chiarimenti in ordine all’assetto viario, al parking, alla destinazione d’uso. Nel marzo del 2022, quindi quasi un anno fa, il Comune aveva esplicitato la richiesta di integrazioni al progettista, senza ricevere riscontro.

Le domande cominciavano a fioccare tra amministrazione e professionisti: perchè quel “fuocherello” accessosi nel giugno ’21 si era così rapidamente smorzato? Perchè Coop Alleanza 3.0, subentrata a Unieco alcuni anni fa, non prende l’iniziativa? Attende che i costi dell’edilizia fortemente lievitati si ridimensionino? Ha in piedi altri investimenti? Poi ieri pomeriggio, nonostante l’azienda avesse in precedenza detto che non c’erano novità, Dipiazza ha spezzato l’incantesimo durato quasi un quarto di secolo: anche il Silos cambierà vita. Forse.

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