Dipiazza: «Atto decisivo nell’iter di pacificazione» Il Pd: «Passo nel futuro»
TRIESTE. Roberto Dipiazza, che in quanto primo cittadino di Trieste fa gli onori di casa, si appunta la riuscita della giornata di ieri come una medaglia «più importante» del celebre concerto dei tre presidenti. Ma l’evento è stato di portata tale da suscitare le reazioni dell’intero spettro politico. «Continua così quel processo di pacificazione in cui ho creduto e per cui mi sono impegnato nell’arco di vent’anni», dichiara a caldo il sindaco di Trieste: «Ritengo di esserci riuscito. Non c’è solo la storia scritta dai vincitori ma anche quella scritta dai vinti. Il passaggio di Pahor alla Foiba di Basovizza ne riconosce il significato».
Contattato al telefono a fine giornata, il sindaco aggiunge poi di essersi «sinceramente emozionato. È andato bene, anche il pranzo in Prefettura: le autorità hanno avuto un colpo d’occhio sulla bellezza di Trieste, aspetto a cui tengo molto. Per una volta non c’è stato alcun tipo di negatività». Così, invece, il primo ministro sloveno Janez Janša su Twitter: «Questo è un atto di riconciliazione concreto, genuino e allo stesso tempo forte e simbolico».
«È stata una giornata storica per la nostra città», commenta Ettore Rosato, vicepresidente della Camera e coordinatore di Italia Viva, che sottolinea la «grande sensibilità dei due presidenti, che hanno saputo guardare e trasmettere grande fiducia nel futuro e sull’amicizia dei nostri due paesi». Al plauso del segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti (si legga a lato, ndr) fanno eco nel corso della giornata la senatrice Tatjana Rojc, la deputata Debora Serracchiani e il segretario regionale Cristiano Shaurli.
Secondo Rojc «Mattarella e Pahor hanno dimostrato responsabilità nel modo più alto, da veri statisti. Si sono assunti il peso e la soddisfazione di un atto di conciliazione forse difficile ma necessario, carico di significato per le popolazioni del confine orientale. Il resto spetta a noi». «Un gesto potente, una volontà di pace che va oltre ogni polemica», aggiunge Serracchiani: «Si apre la strada al rispetto reciproco anche tra memorie che non possono essere condivise».
Per Shaurli «abbiamo vissuto una giornata così bella che nemmeno le strumentalizzazioni riescono a scalfirne il significato. Il riconoscimento reciproco dei drammi del Novecento per guardare all’Europa e al futuro». La deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia Sandra Savino considera la visita di Mattarella «un attestato di grande valore simbolico. La sua presenza alla Foiba di Basovizza, a fianco dell’omologo sloveno, segna un passo verso la storicizzazione dei drammatici eventi accaduti sul confine orientale».
Savino prova tuttavia «disappunto per l’ammaino della bandiera italiana sul pozzo minerario. C’erano tempo e modo di approntare altri pennoni su cui issare anche le bandiere d’Europa e Slovenia. Ma forse per non irritare gli ospiti si è deciso diversamente: c’è il retrogusto amaro del compromesso». Alberto Polacco e Angela Brandi, rispettivamente capogruppo azzurro nell’aula cittadina e assessore comunale forzista, si uniscono a Savino, ribadendo inoltre la propria contrarietà alla «cessione del Balkan».
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