Diocesi, una chiesa per gli ortodossi rumeni
Un percorso lungo e costellato da ostacoli burocratici, durato molti anni ma ora giunto finalmente a conclusione. La comunità ortodossa romena di Trieste da qualche settimana può contare a tutti gli effetti su un proprio luogo di culto ufficiale. Si tratta della chiesa che ha sede in via dell'Istria 71 e che fa parte della struttura che comprende la Casa di accoglienza per le persone senza fissa dimora, ”Il Teresiano”. Una chiesa di proprietà dell'istituto religioso femminile di diritto pontificio, conosciuto come Suore del Buon Pastore, e che rientrava nell'ambito della gestione della parrocchia dei Padri salesiani, ma che adesso è stata messa a disposizione della comunità rumena.
L’operazione si è concretizzata attraverso una scrittura privata di concessione ed è stata resa possibile grazie al lavoro portato avanti della Diocesi di Trieste e in particolare grazie al vescovo Giampaolo Crepaldi. «Siamo di fronte a un gesto importante che va ad inserirsi in un'ottica di ecumenismo concreto» - afferma Don Ettore Malnati, vicario episcopale per il laicato e la cultura, che ha seguito in prima persona l'evolversi della vicenda -. «Un modo per riavvicinare tutti i fedeli, anche quelli delle diverse Chiese nella fede di un Dio che è unico. Si tratta inoltre di un segnale di attenzione e di apertura nei confronti delle popolazioni cristiane, in questo caso della comunità romeno-ortodossa, che vengono nel nostro Paese a cercare lavoro e che adesso possono affiancare alle loro attività culturali anche quella religiosa, che può finalmente esprimersi in un luogo di culto dignitoso».
Fino a qualche mese fa il punto di riferimento per la comunità ortodossa rumena di Trieste, che è in continua crescita e può contare a oggi su oltre 700 fedeli, era rappresentato dalla chiesa anglicana di via San Michele, un tempio che di fatto è di proprietà comunale: un luogo nel quale veniva officiato il rito domenicale, ma che poi era utilizzato anche da altre comunità religiose e dunque doveva giocoforza essere lasciato a disposizione delle rispettive esigenze, in una sorta di staffetta religiosa. Ecco che allora i rumeno-ortodossi erano di volta in volta costretti a chiedere ospitalità per le loro funzioni ad altre comunità: da quella greca a quella serba.
Adesso però il tempo della preghiera itinerante è finito. «Per noi questa è una soddisfazione enorme» - dichiara padre Constantin Eusebiu Negrea, da quasi dieci anni alla guida della parrocchia rumena di rito ortodosso -. «Da molto tempo eravamo alla ricerca di un punto di riferimento che potesse tenere unita la comunità e adesso finalmente, grazie alla disponibilità della Diocesi triestina e del vescovo, siamo riusciti a raggiungere l'obiettivo e a coronare un lungo cammino. Si tratta di un vero e proprio gesto d'amore che si concretizza». Così infine il vescovo: «Ci sembrava doveroso dare una mano ai fedeli della comunità rumena e mettere loro a disposizione un luogo che peraltro era poco utilizzato» - precisa monsignor Crepaldi -. «È un atto permeato da un concreto spirito ecumenico che fa onore alla Chiesa triestina e che permette di rafforzare i vincoli di amicizia, dialogo e comprensione tra le diverse comunità cristiane della città».
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