Diocesi, giro di valzer tra i parroci. L’amarezza dei fedeli
TRIESTE Da Altura a Grignano, da San Giovanni a via Cologna. Valzer di parroci nella Diocesi di Trieste. Il vescovo Giampaolo Crepaldi ha spostato sei sacerdoti. Una decisione, quella ufficializzata dalla Curia con una serie di decreti firmati lo scorso 8 settembre, che sta sollevando proteste, raccolte di firme e prese di posizione da parte di decine di fedeli.
«Nella Chiesa non c’è più democrazia - sostengono alcuni parrocchiani che preferiscono restare anonimi -. Speriamo che sotto certi trasferimenti non covino vecchi rancori». All’interno del mondo cattolico cittadino si registra un clima teso, peraltro già esacerbato dopo il caso Moncini. La Diocesi però tira dritto per la sua strada. Nessun commento di fronte ai malumori dei fedeli. «È tutto nella norma», si limita a dire il vicario generale don Pier Emilio Salvadè.
Nello specifico, Crepaldi ha deciso di trasferire con un anno di anticipo rispetto al termine naturale del mandato don Fabio Gollinucci, parroco di San Giovanni Decollato. Per il diritto canonico il parroco può essere nominato dal vescovo per un tempo definito di 9 anni. Prima della scadenza del mandato il vescovo non ha il potere di revocarlo, se non per gravi motivi. Quando lo richiedano le circostanze, il capo della Diocesi può comunque “invitare” quello della parrocchia a dimettersi se sussistono validi motivi.
Mentre Gollinucci è impegnato per due settimane in una missione in Kenya, i suoi parrocchiani stanno mettendo in atto una vera e propria protesta e organizzano per i prossimi giorni una manifestazione silenziosa sotto la Diocesi: «È uno spostamento inopportuno e non motivato», tuona Maurizio Wallner. «È un sacerdote scomodo – aggiunge Giulia Candini - e per questo Crepaldi ha deciso di punirlo».
Da novembre don Gollinucci sarà chiamato a dirigere la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di via Cologna e a ricoprire il ruolo di vicedirettore dell’Ufficio diocesano per la pastorale missionaria. Viceversa, don Fabio Ritossa che fino a oggi ha guidato la comunità che si muove attorno alla chiesa di via Cologna è stato chiamato a diventare parroco della chiesa di San Giovanni. «Me ne vado con dispiacere ma con serenità – spiega don Ritossa – seguo quello che mi dicono di fare il vescovo e il Signore».
A dover abbandonare la sua parrocchia è anche don Giuseppe Colombo, un prete molto impegnato nelle missioni, in particolare in Ciad. Il vescovo ha deciso che il sacerdote dovrà lasciare la parrocchia di Sant’Eufemia e Tecla di Grignano alla volta di quella di Altura, Nostra Signora di Loudes, con effetto quasi immediato (dal primo ottobre) lasciando in un profondo sconforto i parrocchiani da cui è molto benvoluto.
Fino a ieri la chiesa di Altura era guidata da don Cristiano Verzier, ora destinato a ricoprire l’incarico di cappellano ospedaliero della parrocchia di San Giuseppe all’ospedale di Cattinara.
Anche ad Altura il malumore tra i fedeli è palpabile: «Don Verzier ha intrapreso con i suoi fedeli un cammino che il vescovo senza motivo ha deciso di interrompere - osserva Gianna Bonafata, una parrocchiana di Nostra Signora di Lourdes -. Togliere un parroco che riesce a creare una comunità unita e coinvolta sembra inopportuno».
Nominato a guidare la parrocchia di Grignano ora è stato don Antonio Greco, finora parroco di Maria Regina del Mondo a Opicina, che ricoprirà anche il ruolo di aiuto nella parrocchia di San Bartolomeo a Barcola. In via Carsia a recitare messa e a guidare i fedeli arriverà don Andrea Russi da tempo parroco anche di San Matteo Apostolo di Strada per Lazzaretto a Muggia.
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