La Diocesi «costretta a chiudere» Radio Nuova Trieste
Al servizio dell’emittente lavorano due tecnici con contratto, altri sono volontari. Il vescovo ha incontrato il personale e assicura l’impegno per la ricollocazione
![Lo studio di radio Nuova Trieste](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h6oqd8b1uw9dxhy6sf/0/ravibis.webp?f=16%3A9&w=840)
Il vescovo Trevisi ha comunicato all’associazione che gestisce l’emittente Radio Nuova Trieste l’impossibilità della Diocesi – unico organo che ne supporta l’attività – di continuare a elargire il finanziamento annuale. La chiusura della stazione radiofonica, la cui sede si trova nel complesso dell’ex Seminario in via Besenghi, non è ancora ufficiale e non è stata fissata una data definitiva di dismissione. In ogni caso, la strada appare tracciata ed è figlia di un confronto del vescovo con gli organi di Consiglio diocesani.
Motivazioni economiche
Le motivazioni della decisione sono legate a fattori di ordine economico. La Diocesi, come detto, si fa carico infatti interamente dei costi di Radio Nuova Trieste, nel cui bilancio non figura peraltro alcuna entrata. A sua volta, il bilancio della Diocesi – benché il 2023, ultimo anno del quale si conoscano le rendicontazioni, si sia chiuso con un risultato di esercizio positivo pari a circa 3 mila euro – ha evidentemente bisogno di tagliare le spese, in continuità con quanto fatto dalle altre articolazioni periferiche della Chiesa cattolica.
Scelta difficile
![L'ingresso degli studi di Radio Nuova Trieste in Seminario](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h6opte58rrcm3v3wge/0/copia-di-copy-of-seminario-vescovile-radio-nuova-trieste-ph-massimo-silvano.webp)
Necessaria sì, ma la scelta non è stata presa a cuor leggero. Sia per la storia dell’emittente radiofonica della Diocesi, nata nell’aprile del 1985 su spinta di monsignor Lorenzo Bellomi, allora vescovo di Trieste; sia, soprattutto, perché nella radio lavorano allo stato attuale due tecnici con relativi contratti (il personale restante, comunque numericamente esiguo, è impegnato invece a titolo volontario). Negli ultimi giorni il vescovo ha incontrato i due tecnici interessati, per informarli della impossibilità da parte della Diocesi di continuare a offrire il servizio. Si è quindi aperto il confronto per cercare di trovare una loro possibile ricollocazione: da via Cavana si dicono impegnati in questa direzione, nella tutela e salvaguardia dei posti di lavoro e della dignità delle persone.
Prosegue il confronto
Il dialogo proseguirà nelle prossime settimane e i contorni della dismissione di Radio Nuova Trieste si chiariranno ulteriormente. Quel che è evidente, e non da oggi, è l’impronta riformistica impressa dal vescovo Trevisi a quasi due anni dall’insediamento. La necessità di far quadrare i conti interni, assieme ad alcune situazioni incerte che si protraggono da tempo, hanno posto le basi per deliberazioni come quella che si sta profilando per l’emittente radiofonica diocesana.
Rinnovamento dell’ex Seminario
Inoltre, la chiusura di Radio Nuova Trieste aprirebbe un’ulteriore prospettiva sul rinnovamento dell’ex Seminario di via Besenghi. La sede della stazione si trova al piano terra dell’edificio centrale, con tutte le apparecchiature del caso. Ai piani superiori il futuro dell’ex Seminario è già stato svelato: con l’allargamento del museo diocesano, per il quale il Comune ha recentemente messo a disposizione 30 mila euro; e ancora più in alto con il nuovo studentato, che dovrebbe ospitare 25 giovani universitari.
Iter lungo e complesso
Le tempistiche guardano ai tempi lunghi, dilatati come sempre dai complessi iter autorizzativi. Eppure, con questo ultimo tassello, il quadro si staglia adesso in modo netto, dando un senso nuovo agli enormi spazi sul colle di San Vito. Resta aperta la domanda su che cosa sorgerebbe nelle stanze di Radio Nuova Trieste, quando verranno sgomberate.
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