Dimitrov positivo al Covid, cancellata la finale del tennis Adria Tour a Zara. Test anche per il premier Plenkovic
ZARA - Dopo che domenica a Zara, sulla costa dalmata croata, è stata cancellata la finale del torneo benefico di tennis Adria Tour, organizzato da Novak Djokovic, per la positività al Covid-19 del tennista bulgaro Grigor Dimitrov, sono risultati contagiati altri tre partecipanti, tra cui il tennista croato Borna Coric e l'allenatore di Djokovic. Oggi farà il tampone anche il primo ministro croato, Andrej Plenkovic, che sabato si è recato a Zara per il torneo e ha incontrato Djokovic, oltre ai croati Cilic e Goran Ivanisevic.
Dimitrov ha dato la notizia sui social al suo ritorno a Monte Carlo, esprimendo le proprie scuse e invitando tutte le persone con le quali era stato in contatto a prendere le misure necessarie. La finale del torneo, tra Djokovic e il russo Andrej Rubljov, è stata subito cancellata e le autorità sanitarie croate hanno immediatamente imposto una serie di tamponi alle tante persone entrate in contatto con Dimitrov.
Questi, infatti, dopo aver partecipato una settimana fa al primo appuntamento dell'Adria Tour a Belgrado, a Zara ha avuto contatti con centinaia e forse migliaia di persone.
Novak Djokovic ha fatto ritorno a Belgrado da Zara, in Croazia, e si è subito sottoposto al test per il coronavirus. Come riferisce la Tanjug, con il campione serbo si sono sottoposti al test l'intera sua famiglia e i componenti del suo staff tecnico.
Molti altri tennisti, come il croato Marin Cilic, e allenatori sono stati messi in autoisolamento domiciliare su ordine delle autorità epidemiologiche.
Il torneo regionale e benefico, ideato a Djokovic e diretto da Ivanisevic, era stato pensato anche per tornare sui campi da gioco dopo la lunga pausa imposta dalla quarantena. Dopo le prime due tappe, a Belgrado e a Zara, il torneo sarebbe dovuto continuare a Banja Luka, in Bosnia-Erzegovina, a inizio luglio, e a Sarajevo il 5 luglio per una esibizione di Djokovic.
La stampa croata ha pubblicato oggi molte foto di Dimitrov in stretto contatto con centinaia di persone ed ha criticato gli organizzatori per non aver preso le misure di precauzione e di aver permesso raduni di massa. Si teme anche un impatto negativo sulla percezione all'estero della sicurezza sulla costa croata in vista della stagione turistica, con il grande risalto mediatico che il focolaio a Zara potrebbe avere.
Dopo quasi un mese in cui la situazione epidemiologica in Croazia si è mantenuta calma e stabile, con in media uno o due casi di coronavirus al giorno, da una settimana il Covid-19 ha quindi ripreso a circolare e ora si registrano tra i dieci e i venti nuovi casi al giorno. Nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi confermati sono diciannove, che portano il totale dei contagiati in Croazia dall'inizio dell'epidemia a 2.336. Oltre al focolaio a Zara, collegato ai molti contatti che i tennisti hanno avuto, altri si sono sviluppati anche a Zagabria e in altre città del Paese. Destano preoccupazione anche i nuovi casi in province più rurali nelle quali non si erano registrati contagi da quasi due mesi. Il totale dei deceduti è fermo da diversi giorni a 107 persone.
La ripresa della diffusione del virus ha aperto la questione sull'opportunità di tenere le elezioni politiche il 5 luglio prossimo, ma gli esperti notano che nelle leggi croate non esiste la possibilità di rimandare la consultazione, se non con la proclamazione dello stato d'emergenza, che non è stato imposto neanche durante il picco dell'epidemia. Comunque, un piccolo partito politico di centro, che partecipa alla coalizione governativa uscente guidata dal premier Andrej Plenkovic, ha da oggi sospeso tutte le attività preelettorali che prevedono contatti diretti, invitando anche gli altri a fare lo stesso. I
l presidente del Parlamento, Gordan Jandrokovic, numero due dei conservatori di Plenkovic, ha affermato che «nonostante la riapparsa del virus, la vita deve andare avanti ed è inevitabile esporsi anche a qualche rischio per salvaguardare l'economia». «Una lunga chiusura totale non è più sostenibile», ha aggiunto, affermando che non ci sono ragioni per rimandare le elezioni.
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