Dimitri, il primo goriziano nato a Sempeter
Si chiama Dimitri. Il primo goriziano nato a Sempeter Vrtojba ha un nome greco (e non russo come si potrebbe immaginare). Una miscela internazionale, di confini che non esistono più, di steccati che definitivamente cadono.
A fare questa scelta il goriziano Roberto Coco (nipote di Pierluigi Bumbaca e che per un periodo ha collaborato con il nostro giornale come apprezzato fotografo) e Martina Cernic, originaria di San Michele del Carso, con la doppia cittadinanza italiana e slovena. Dimitri, terzogenito della coppia, è venuto alla luce ieri mattina alle 9.20 nel reparto di Ostetricia del nosocomio che si trova appena al di là del confine. È la prima nascita italiana che si registra in Slovenia dopo la firma della convenzione da parte della Regione e dei vertici ospedalieri di Sempeter.
Ma per papà Roberto e mamma Martina non c’è assolutamente nulla di strano. Tant’è che faticano a capire il trambusto creato da questo lieto evento. Loro gli steccati mentali li hanno rimossi da tempo e appena si è presentata la possibilità di partorire “di là” hanno colto l’occasione al volo con grande naturalezza, come fosse (ed è effetivamente lo è) una cosa normale.
«Siamo rimasti davvero molto amareggiati per la chiusura del Punto nascita di Gorizia: anche se non abbiamo partecipato alle manifestazioni e alle iniziative che si opponevano al suo smantellamento siamo sempre stati idealmente assieme a quelle mamme in prima linea - spiega Roberto Coco -. La chiusura è stata un colpo basso. Ad un certo punto, si è presentata la possibilità di effettuare il parto oltreconfine, a Sempeter Vrtojba. L’abbiamo colta al volo: paradossalmente, risiedendo nei pressi del convento dei frati Cappuccini, abitiamo assai più vicino al nosocomio di Sempeter rispetto al San Giovanni di Dio. Non ci abbiamo pensato su due volte e abbiamo preso la decisione».
Il percorso, però, non è stato fluido, privo di ostacoli. Come conferma anche un’altra prossima mamma (originaria di San Floriano e che partorirà a Sempeter nelle prossime settimane) il meccanismo è tutt’altro che oliato. «Pensavamo che la strada fosse più semplice, inutile negarlo. Invece ci è voluto un po’ di tempo per fare chiarezza sulle carte che dovevamo produrre e sulle autorizzazioni necessarie». Forse, la burocrazia continua a pensare che ci sia ancora un muro, un confine, una frontiera: non dovrebbe essere così.
«Il parto è andato bene: è stato effettuato il taglio cesareo come era programmato. Dimitri - spiega papà Roberto - pesa 3,870 chilogrammi ed è alto 55 centimetri. Gode di buona salute così come la madre. Che effetto mi farà vedere scritto sulla carta d’identità “nato a Sempeter”? Nessuno. Fosse stato scritto “nato a Gorizia” era la stessa cosa. La nostra famiglia i confini mentali li ha abbattuti da tempo o, più probabilmente, non li ha mai avuti».
Felice anche Marco Gergolet, direttore sanitario del nosocomio di Sempeter. «Entrata in vigore la convenzione, registriamo oggi la prima nascita. Ci aspettavamo che non capitasse il giorno successivo alla sottoscrizione dell’accordo: c’è voluto un po’ di tempo e mi pare che tutto ciò sia perfettamente fisiologico». Nelle prossime settimane ci sarà un’altra mamma (originaria di San Floriano) che partorirà “di là”, a Sempeter Vrtojba.
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