Digitale terrestre a singhiozzo, proteste a Gradisca d’Isonzo

GRADISCA. Digitale terrestre a singhiozzo, Isontino e una parte della provincia di Trieste continuano ed essere penalizzate. I canali Rai, quando va bene, vanno e vengono. Ad oltre un anno e mezzo dallo “switch off” che ha cambiato per sempre la storia della trasmissione televisiva, il segnale dei principali canali della Rai – e solo quelli della rete pubblica – sono desaparecidos in moltissime abitazioni. Nei giorni scorsi avevamo dato conto su queste pagine del disagio dei cittadini di Mossa, Capriva, Moraro e in parte anche Gorizia. Ma si erano fatti sentire in tempi recenti anche i residenti di Duino e delle frazioni di Sistiana, Borgo San Mauro, Visogliano e Duino. Ultima in ordine di tempo, Gradisca: nelle zone più periferiche della cittadina, in particolare, non tutto va per il verso giusto. I canali di mamma Rai in molte famiglie della Fortezza non sono mai apparsi: addirittura la situazione varia non solo di comune in comune, ma persino di abitazione in abitazione, di stanza in stanza, da un piano all’altro. E non basta solo la qualità del decoder a motivare il disservizio. Le cause alla base della sparizione del segnale, spiegano le associazioni di consumatori da noi contattate, sono molteplici. L’improvvisa sparizione del segnale nella Destra Isonzo registrata nei giorni scorsi, ad esempio, sarebbe solamente «un fatto contingente» spiegano da Rai Way, società che gestisce la rete e il segnale. Un problema tecnico al ripetitore del monte San Michele, che sarebbe stato nel frattempo risolto. Va bene. Ma non basta. Ben altro problema è quello dell’orientamento dell’antenna domestica: nel 2003 era partita la sperimentazione del digitale terrestre attraverso l'impianto di diffusione di Piancavallo e, di conseguenza, molte antenne sono state rivolte verso quella fonte anzichè verso il monte San Michele, per quanto riguarda Gorizia, ed Udine o Trieste per il mandamento. E Gradisca d’Isonzo sembra pagare in maniera particolare il suo essere in posizione baricentrica, se è vero – come spiegano alcuni tecnici – che molti apparecchi sono tuttora orientati su Udine anzichè verso il più vicino San Michele. E così mentre in centro o nella zona bassa di Gradisca le proteste (che comunque ci sono) sono minori, in periferia il disagio effettivamente aumenta. «Il segnale, risolti i problemi sul San Michele, è buono - ribadiscono da Rai Way – probabilmente se disagi ci sono, sono legati al sistema di ricezione a livello di antenna. Saranno comunque effettuate verifiche». Le altre cause di una cattiva o addirittura inesistente ricezione riguardano la presenza nel sistema domestico di filtri che tagliano le frequenza in entrata, e ancora le cosiddette deviazioni e derivazioni degli impianti, “artifizi” che erano stati previsti a suo tempo per stabilizzare il segnale Rai e che oggi - grottesco a dirsi - ne costituiscono invece il primo ostacolo a una corretta ricezione. Un noto antennista del capoluogo, da noi contattato, sembra avere le idee piuttosto chiare: «La Tv di Stato ha raccontato un sacco di fandonie. Stava a loro comunicare alle famiglie che i problemi forse non si sarebbero esauriti con l’acquisto del decoder, e soprattutto stava a loro fornire gli strumenti per risolverli». E così, se si vuole evitare sorprese e speculazioni ma soprattutto tornare a gustarsi le proposte di Mamma Rai, tocca rimettere mano al portafogli. Per acquistare ad esempio la piattaforma tv-sat, particolarmente utilizzata nelle zone alpine: prende tutti i canali Rai e privati direttamente dal satellite, spesa sui 100-150 euro, problema risolto alla radice e addio decoder. Ma non era il caso di dirlo subito?
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