Diga senza gestore né pace: ora è vietata la balneazione
TRIESTE Non c’è pace per l’Antica Diga. Ora in quelle acque è vietato anche fare il bagno. Dai campioni prelevati nel golfo lo scorso 15 maggio e analizzati dai laboratori dell’Arpa, i valori di “enterococchi intestinali”, ovvero di batteri presenti nelle feci, in quel tratto di mare superano il limite di legge. Ricevuta comunicazione, il sindaco Roberto Dipiazza ha ordinato il «divieto temporaneo di balneazione nelle acque prospicienti la Diga Vecchia Sud-Diga Foranea del Porto Franco Vecchio fino a nuove analisi dell’Arpa che attestino il rientro dei parametri».
Dei cartelli indicheranno il divieto e spetterà alla Capitaneria di porto verificare che l’ordinanza venga rispettata. Una situazione che non crea gravi ripercussioni sullo stabilimento, visto che la Diga è chiusa dal 2016. La presenza di enterococchi intestinali è indice di una recente contaminazione fecale. E la prima ipotesi al vaglio è stata quella che si trattasse di un problema al sistema fognario. Ma AcegasApsAmga esclude categoricamente si tratti di una contaminazione causata dallo scarico in mare del torrente Chiave, che ha sbocco proprio nei pressi del Molo 0. L’azienda propende invece per l’ipotesi che a causare quel superamento dei valori limite sia stato lo scarico di liquami in mare da una nave. «Tutti i collettamenti delle acque nere del Chiave, che pompano quelle acque verso il depuratore di Servola – spiega AcegasApsAmga – sono a monte di via Carducci, più precisamente in largo Barriera e all’altezza tra via Carducci e via Battisti, e quindi le acque trasportate da quel punto verso il Molo 0 sono chiare».
AcegaApsAmga valuta anche che «se da via Carducci, dall’altezza dove sono in atto i lavori di ripristino delle volte sotterranee del torrente, verso il mare, ci dovesse essere un scarico abusivo del quale però noi non abbiamo notizia, al Molo 0 quell’acqua nera arriverebbe molto diluita e dunque non in grado di far variare in quel modo i parametri». L’ipotesi più attendibile, quindi, è che il “danno” sia stato causato dallo scarico abusivo di una nave, effettuato magari anche non in prossimità della Diga ma trasportato in quel punto dalle correnti.
Nel Comune di Trieste, dalla Lanterna fino ai Filtri di Aurisina, i punti di rilevazione dei campioni delle acqua di balneazione sono 14. Sei invece a Muggia e 9 a Duino Aurisina. Se le indagini del monitoraggio evidenziano un superamento dei valori limite, è previsto venga adottato un protocollo che include l’interdizione temporanea alla balneazione dell’area in esame e l’attivazione di un controllo aggiuntivo entro le 72 ore. In caso di esito favorevole dell’analisi, e a seguito di un ulteriore controllo dopo 7 giorni, l’area viene riaperta. In caso di esito sfavorevole l’area resta invece vietata alla balneazione fino a quando l’analisi non sarà favorevole.
Tornando all’Antica Diga, dopo che nessun investitore si era fatto avanti per gestire lo stabilimento entro i termini del precedente bando di gara, ora è in via di definizione da parte dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientale un nuovo bando per la concessione demaniale. Il segretario generale dell’Authority, Mario Sommariva, anticipa che la proposta sarà più vantaggiosa per i concorrenti perché la superficie della Diga da destinare a stabilimento si è ridotta a seguito dell’affidamento della concessione della radice, dalla parte verso il molo, alla Saipem.
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