Diga, Romanelli a giudizio per truffa

Lo ha deciso il Gup Dainotti. La Fondazione CRTrieste come parte civile, vuole rivalersi sulla D’Arcano per 1,3 milioni
Foto BRUNI Trieste 12 05 2011 Lavori tra Molo Garibaldi e Staz marittima-Antica Diga Trieste
Foto BRUNI Trieste 12 05 2011 Lavori tra Molo Garibaldi e Staz marittima-Antica Diga Trieste

di Corrado Barbacini

Affaire Antica diga: il giudice Luigi Dainotti ha disposto il rinvio a giudizio per il reato di truffa dell’imprenditore Manlio Romanelli, già consigliere di amministrazione di AcegasAps nonché componente della giunta esecutiva della Camera di commercio e del geometra Luca Bliznakoff. Federico Stopani, personaggio chiave della vicenda, lo scorso 6 luglio aveva patteggiato un anno e dieci mesi. L’udienza dibattimentale è stata fissata per il 6 febbraio del prossimo anno. Ieri mattina nè Romanelli, nè Bliznakoff erano presenti in aula. Per loro c’erano i difensori, l’avvocato Maria Genovese, Nereo Battello e Alessandro Giadrossi. Nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni.

L’accusa: per il pm Federico Frezza, Manlio Romanelli e Luca Bliznakoff, hanno contribuito, nei rispettivi ruoli, a ingannare la Fondazione CRTrieste. Hanno predisposto relazioni, computi metrici, rendiconti e contabilità fasulle, gonfiando quanto era stato effettivamente speso per il risanamento della diga. In quest’ottica, distorta ad arte, la Fondazione è stata insomma indotta in errore e ha così erogato a più riprese alla Sailing People un milione e 300 mila euro. Proprio un milione e 300 mila euro: è questa la somma che il gruppo friulano D’Arcano rischierà di dover pagare direttamente alla Fondazione CRTrieste che tre anni fa aveva versato questa stessa cifra all’associazione Sailing People, retta all’epoca dallo skipper Federico Stopani. Ora quei soldi li potrebbero dover restituire i nuovi concessionari della struttura situata davanti al molo Audace. Ieri mattina il gup Luigi Dainotti ha accolto la domanda di citazione del responsabile civile da parte della Fondazione rappresentata dall’avvocato Giovanni Borgna. E a nulla è servita l’opposizione alla citazione dell’avvocato Luciano Sampietro, legale del gruppo friulano che nell’operazione Antica diga ha investito in questi mesi già oltre un milione e mezzo di euro. Il rendiconto era stato presentato il 23 agosto 2007 e pochi mesi dopo erano arrivati i finanziamenti. Secondo l’indagine della Tributaria le relazioni, i computi metrici, i rendiconti e la contabilità finale - falsa perché gonfiata - sarebbero stati redatti da Romanelli. Sui documenti compaiono anche il timbro ufficiale e la firma del geometra Luca Bliznakoff. L'incartamento così redatto e “certificato” a livello tecnico era stato poi presentato alla Fondazione da Federico Stopani per conto della Sailing People. L'erogazione era stata subordinata al restauro dei manufatti. Nemmeno un euro doveva essere destinato all'acquisto di arredi e attrezzature per lo stabilimento balneare, il bar o il ristorante. La Fondazione aveva posto anche ulteriori paletti alla Sailing People: non più del 50 per cento dei costi complessivi del risanamento della diga doveva provenire dai suoi finanziamenti. Fin qui tutto chiaro. Ma nell'ipotesi accusatoria, contestata soprattutto dall’avvocato Genovese, per simulare artificiosamente il rispetto di queste condizioni, il rendiconto era stato gonfiato. Ma non con fatture, ma solo con prevventivi. In un caso inserendo una voce “pontili e noli” da 460 mila euro. Una voce inesistente, perché sulla Diga vecchia non risulta costruito alcun pontile e i “noli” erano stati pagati dall'impresa Galeon, esecutrice dei lavori la cui amministratrice è Edda Corsi, la mamma di Romanelli.

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