Differenziata a Duino: porta a porta nel 2015
Quello di Duino Il nostro è decisamente un Comune poco “riciclone”, per via della percentuale di raccolta differenziata ferma al 21,10 contro una media regionale del 60,79% e provinciale del 28,63% e purtroppo anche un grande produttore di rifiuti, con 631,6 chilogrammi pro capite di spazzatura accumulata in un anno. Il combinato disposto dei due presupposti dà origine a un mix micidiale, che stando alla giunta Kukanja e al presidente della Seconda commissione consiliare Maurizio Rozza necessita di un vigoroso cambio di rotta. Come? Con l'introduzione del porta a porta. Il quadro allarmante emerge dal Piano d'azione per l'energia sostenibile che cita dati Arpa e finirà venerdì mattina sotto la lente dei consiglieri.
L'analisi è frutto di un monitoraggio effettuato dall'agenzia regionale, stando al quale nel 2013 ogni residente del Fvg ha prodotto in media 452 chili d’immondizia. Nel dettaglio sono state trattate 552.395 tonnellate di materiale solido urbano, per una percentuale di differenziazione pari al 60,79. Per quanto riguarda i Comuni, i primi produttori di spazzatura sono risultati essere Lignano, Monrupino e Grado, ma il primo ente e il terzo sono ritenuti “fuori scala” rispetto ad altri municipi a causa della loro natura di località balneare. Seguono, per completare la “top 5”, Barcis e, appunto, Duino Aurisina. Dove con 8.589 residenti, in un anno si è registrato un totale di immondizia pari a 5.424,9 tonnellate, di cui 4.280,1 non differenziate e 1.144,8 differenziate. Risulta dunque evidente che la produzione di immondizia pro capite è maggiore rispetto alla media regionale. E se il fenomeno può essere dovuto in parte ai flussi turistici, può avervi inciso anche la "migrazione" di rifiuti da alcuni comuni limitrofi in cui è stato adottato il sistema di raccolta porta a porta: presumibilmente gli abitanti trovano una sorta di “sfogo” nei cassonetti stradali di Duino Aurisina.
Per Rozza a gravare sono soprattutto due fattori: il notevole quantitativo di “umido” derivante dallo sfalcio di privati e che finisce nei contenitori (ci sono sul territorio campi e numerosissimi giardini) e la rilevante presenza di bottiglie. «Parecchi locali, trovandosi collocati in aree distanti dalle campane del vetro finiscono per sbarazzarsi delle bottiglie tramite i comuni cassonetti – sottolinea il presidente Rozza – e ciò non va bene». Le percentuali Arpa rilevate, se mantenute, rischiano di provocare aumenti nella tassazione a carico dei privati (“meno differenzi e più paghi”) e di incappare in sanzioni per il mancato rispetto dei parametri Ue. Dunque qual è la soluzione? «Bisogna cercare di introdurre il porta a porta, ma in modo più graduale rispetto al metodo utilizzato a Monfalcone – replica – avviando una prima sperimentazione nei paesi in cui può risultare più facile l'applicazione del sistema, come per esempio Borgo San Mauro o il Villaggio del Pescatore, dove le case sono molto vicine e la raccolta dei sacchetti più funzionale». Quando è bene incominciare? «Ieri, nel senso che siamo già molto in ritardo», conclude Rozza.
Concorde il vicesindaco Massimo Veronese: «Ne abbiamo più volte parlato anche col sindaco – dice -: l'unico modo per abbattere la tassa sull'immondizia è ridurre i costi di incenerimento. Per questo nel regolamento sui rifiuti è stata introdotta la possibilità di attuare il porta a porta nel nostro Comune. L'attuale situazione, con dati così negativi, è drammatica e va contro tutto ciò che razionalmente si deve fare e viene fatto in altre municipalità. Mi trovo d'accordo anche sulla sperimentazione che potrebbe coinvolgere qualche paese carsico e avvenire dal 2015, una volta conclusa la nuova gara per la raccolta dei rifiuti».
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