Diffama il ginecologo in un forum web. Condannata
Farebbe una migliore figura con la zappa in mano piuttosto che con un bisturi , per questa frase contro un medico del Burlo di Trieste, la giovane paziente è finita nei guai con la legge
TRIESTE. L'amministrazione dell'ospedale Burlo Garofalo deve sapere di avere in organico personaggi che farebbero una migliore figura con la zappa in mano piuttosto che con un bisturi». Questa frase pubblicata sul forum "Al femminile" e a cui era associato il nome di un noto medico, ha messo nei guai con la legge una giovane donna. Ieri Michela Di Biase, accusata di diffamazione, ha chiesto e ottenuto di poter patteggiare la pena. Il presidente del gip Raffaele Morvay ha ritenuto congruo l'accordo messo a punto dal difensore, l'avvocato Giorgio Tudech col pm Federico Frezza e ha applicato all'imputata a pena di 200 euro di multa. Ma la vicenda non sembra finita qui. A breve scadenza la donna dovrà anche affrontare una causa civile di risarcimento danni. Il medico, messo ingiustamente alla berlina sul sito Internet ed accusato di aver compiuto cose terribili sul piano professionale, attraverso il suo legale, l'avvocato Giovanni Di Lullo, ha annunciato che chiederà un adeguato risarcimento.
Del resto il fuoco di fila a cui è stato sottoposto sul web negli ultimi mesi del 2008, era stato piuttosto pesante, coinvolgendo non solo il piano della professionalità ma anche la sfera personale. «Ha la sensibilità di un guard rail». «Il marito di una mia amica mi ha detto che stava per mettergli le mani addosso». «Ha sbagliato un intervento». Queste parole erano emerse per caso, mentre il medico "navigava" sul web. Se l'era trovate davanti agli occhi, era ammutolito. Lui stesso ha informato dell'accaduto la Direzione sanitaria del Burlo Garofolo e la Direzione a tutela del buon nome dell'ospedale del proprio medico, ha presentato un esposto alla Procura perché fosse individuato chi si nascondeva sotto il nick name «mikymiky7», la firma che accompagnava le frasi ieri che hanno innescato il processo. Anche il medico si era fatto avanti con il proprio legale e la sua querela ha avuto il potere di avviare l'inchiesta.
Chi aveva firmato quelle frasi è stata individuata e il suo nome è finito sul registro degli indagati. Ieri Michela Di Biase ha atteso l'inizio del processo seduta su una sedia posta all'esterno dell'aula. Appariva emozionta, forse anche spaurita. «Abbiamo offerto un congruo risarcimento al medico perché la querela fosse ritirata, ma non abbiamo mai avuto risposta» afferma l'avvocato Tudech. Anni addietro Michela Di Biase aveva segnato alla Direzione del Burlo un comportamento che lei riteneva scorretto dello stesso medico. E la Direzione si era scusata.
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