«Difesa necessaria se vengono richiesti determinati lavori»

Armare o non armare la polizia locale? Per il sindacato di polizia Ugl la questione deve essere ricondotta a una scelta di base
Silvano Trieste 08/03/09 Congresso Provinciale, Alleanza Nazionale
Silvano Trieste 08/03/09 Congresso Provinciale, Alleanza Nazionale

TRIESTE Armare o non armare la polizia locale? Per il sindacato di polizia Ugl la questione deve essere ricondotta a una scelta di base: le armi non sarebbero necessarie se il poliziotto locale tornasse a fare il “caro vecchio” vigile urbano, quello che prima del 1986 si occupava solo di fare le multe e far rispettare i regolamenti comunali. Ma i tempi sono cambiati e la situazione attuale è molto diversa rispetto al passato. Oggi il vigile urbano si chiama, non a caso, poliziotto locale, e gli viene richiesto di occuparsi anche di sicurezza urbana, ordine pubblico e polizia giudiziaria: viene così esposto a una serie di rischi che sono praticamente identici a quelli cui sono soggetti i poliziotti di Stato e i carabinieri. Per questo motivo anche gli agenti della polizia locale avrebbero bisogno di potersi difendere. Con giubbotti antiproiettile e, appunto, anche con le armi. Potrebbe essere riassunta così la posizione di Fulvio Sluga, poliziotto locale di Trieste attivo come sindacalista nella segreteria nazionale dell’Ugl ed ex assessore con la prima giunta Dipiazza. «L’arma serve per esempio quando veniamo mandati a fare i posti di controllo notturni: non è pensabile limitarsi a questioni legate al codice stradale nel momento in cui fermiamo un’auto in circolazione. Certo, può capitare che l’automobilista fermato stia superando il limite di velocità. Ma può capitare che nasconda della droga, delle armi o che scappi al nostro “alt”. Ora, in queste circostanze, le forze armate, lo dice la parola stessa, sono dotate di armi, la polizia locale no».

Ecco che il dilemma delle “armi o non armi” diventa un falso problema. «A noi andrebbe benissimo di tornare a fare gli ausiliari del traffico, per questo chiediamo, come Ugl, di poter lavorare, come un tempo, dalle 6 alle 22 con buona pace di tutti». Se non fosse che tanto le amministrazioni quanto lo Stato chiedono alla polizia locale impieghi che vanno dagli arresti per droga alle indagini per conto della Procura. «In generale sono una serie di attività di polizia giudiziaria che veniamo chiamati a fare anche a fronte della perenne carenza di organico che caratterizza le forze dell’ordine». Con delle sostanziali differenze. «Se polizia, carabinieri, guardia di finanza e in generale gli operatori del soccorso godono sia dell’equo indennizzo in caso di morte o invalidità sia dell’infortunio sul lavoro, gli agenti di polizia locale, nonostante gli impieghi che vengono chiamati a svolgere e i rischi a cui sono esposti, non sono tutelati in questo senso. L’Inail continua a considerare il corpo di polizia locale alla stessa stregua di un impiegato amministrativo. Ecco che invece noi chiediamo il riconoscimento di equo indennizzo, infortunio e lavoro usurante». (el.pl.)
 

Argomenti:polizia locale

Riproduzione riservata © Il Piccolo