Dietrofront sulle coppie gay. Dipiazza apre la sala matrimoni

Il sindaco risponde in aula a un’interrogazione del pentastellato Basso: «Il Comune applica la legge e la pronuncia dei giudici di Brescia fa giurisprudenza». Il Pd: «Meglio tardi che mai ma che figura»
23/01/2016 Roma. La mobilitazione SvegliaItalia a favore del ddl Cirinna'. Le famiglie arcobaleno in piazza per le unioni civili
23/01/2016 Roma. La mobilitazione SvegliaItalia a favore del ddl Cirinna'. Le famiglie arcobaleno in piazza per le unioni civili

Le unioni civili potranno essere celebrate anche in piazza Unità. E in tutte le sale dove si celebrano i matrimoni. Lo ha annunciato ieri sera in Consiglio comunale il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ponendo fine a mesi di polemiche. La scelta del Comune arriva dopo le sentenze dei Tar di Brescia e Padova che andavano nella stessa direzione, ribadendo l’uguaglianza di trattamento fra matrimonio e unione civile. Particolarmente rilevante, fa sapere il gabinetto del sindaco, il pronunciamento della corte lombarda. «Il Comune di Trieste applica la legge come sempre fatto - ha dichiarato il sindaco in risposta a un’interrogazione del consigliere M5S Domenico Basso -. Alla luce, inoltre, della sentenza del Tar di Brescia che fa giurisprudenza sarebbe irragionevole altro comportamento». La svolta è stata derubricata a questione tecnica dalla maggioranza, mentre l’opposizione ha rivendicato le proprie posizioni, che fin dal principio andavano in questa direzione: «Dipiazza ha preso atto in ritardo di qualcosa che era chiaro da subito. Meglio tardi che mai», è il succo dei commenti arrivati da Pd e M5S.

Il capogruppo di Forza Italia Piero Camber ha proposto un’esegesi della sintetica risposta del primo cittadino: «Il sindaco ha sempre detto che avrebbe rispettato la legge. E le leggi si applicano, non si interpretano. Da parte nostra nessuna retromarcia, solo coerenza». Ha poi aggiunto: «Le unioni civili celebrate finora sono sei e nessuno ha avuto nulla da ridire sul dove e sul come. Soprattutto sulla bellezza della sala a loro offerta dal Comune in palazzo Gopcevich». Così l’assessore competente Michele Lobianco: «Non ho commenti da fare. Per me quando parla il sindaco, parla per tutti. Ubi maior...». Per la maggioranza non c’andrebbero di mezzo nemmeno i decreti attuativi della legge Cirinnà, annunciati nei giorni scorsi dal governo e prossimi alla pubblicazione. Documenti in cui, pur non trattando di sale matrimoniali, si ribadisce l’uguaglianza di trattamento tra matrimoni e unioni civili. Le rivelazioni sui loro contenuti avevano già avuto effetto sulla possibilità di delega, altro fronte su cui la giunta teneva tirato il freno a mano.

Dai ranghi dell’opposizione si esulta. La consigliera del Pd e segretaria regionale democratica Antonella Grim ha commentato: «Verrebbe da dire meglio tardi che mai. Peccato che la guerriglia ideologica del sindaco Dipiazza e della sua giunta sulle unioni civili abbia creato inutili sofferenze e discriminazioni, oltre che fatto fare a Trieste una figuraccia a livello nazionale». Ha aggiunto: «Lo abbiamo detto e ribadito per mesi, ma la maggioranza aveva eretto una barricata del tutto irragionevole e ingiustificata. Ora, davanti alle sentenze, Dipiazza deve fare un clamoroso dietrofront: ci auguriamo che ciò sia da monito anche negli altri casi in cui questa amministrazione di centrodestra governa guidata dall’ideologia e non dal senso delle istituzioni e dal buon senso». Arrivata a caldo anche la reazione dell’europarlamentare dem Isabella De Monte: «Il rispetto della legge e dei diritti delle persone viene prima dell’ideologia. Da un buon amministratore ci si aspetta questo». Secondo De Monte «la legge sulle unioni civili è stata per l’Italia un risultato di civiltà straordinario, dopo anni di richiami da parte dell’Europa. Nonostante questo ci sono stati numerosi tentativi di boicottare in vario modo la norma da parte di alcuni sindaci italiani, come a Trieste. Una brutta pagina di amministrazione, che si chiude anche grazie all’intervento dei giudici».

Così il capogruppo M5S Paolo Menis: «L’amministrazione si è adeguata in ritardo a qualcosa che era evidente già nel testo della legge Cirinnà. Che dire? Meglio tardi che mai». C’è infine chi la questione l’ha vissuta sulla propria pelle, non solo come questione tecnica. Tra questi, sicuramente Davide Zotti e Claudio Bertocchi, la coppia che ha condotto una battaglia civile sul tema (vedi articolo a parte), e che stamane alle 9 si presenterà all’ufficio anagrafe per programmare la propria unione civile. Da celebrarsi in piazza Unità.

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