Dietrofront sul Consorzio universitario a Gorizia: bagarre in aula e ci scappa un «bastardi»
L’epiteto sfuggito all’assessore Sartori collegato da casa. Ma lui nega: «Ero al telefono, in quel momento parlavo di altro»
Bumbaca Gorizia 27.04.2020 Consiglio comunale on line © Foto Pierluigi Bumbaca
GORIZIA Spinosa era annunciata, spinosissima si è confermata. Con tanto di rinvio ad una prossima puntata. Ci si aspettava che la discussione della delibera sulla messa in liquidazione del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario avrebbe rischiato di spaccare il Consiglio comunale, ma l’epilogo in aula l’altra sera è stato ancor più clamoroso: non solo il documento non è andato al voto, ma l’ennesimo sfogo colorito carpito dai microfoni in questi tempi di riunioni in videoconferenza per il Covid-19 ha acceso la bagarre in aula.
Dopo ore di discussione e più di qualche perplessità sulla fine del Consorzio anche da parte di alcuni esponenti della maggioranza, il consigliere dem Marco Rossi ha presentato una mozione per riportare la delibera in commissione per un nuovo approfondimento. Soluzione auspicata da più di qualcuno anche in maggioranza, come ad esempio Roldo di Cambiamo. Un po’ a sorpresa il Consiglio l’ha approvata con 17 voti contrari a fronte dei 19 favorevoli: oltre a quelli dell’opposizione, anche quelli di Ferrari e Stasi (Movimento Regione Futura), Picariello e Piscopo (Aiutiamo Gorizia), Franco Zotti (Lega) e il già citato Roldo. Secondo i più, chissà, proprio a questi “ribelli” sarebbe potuto essere indirizzato lo sfogo a microfoni accesi dell’assessore alle Attività produttive Roberto Sartori (“Bastardi”), arrivato subito dopo che la seduta era stata aggiornata per una pausa, e che ha indotto poi molti dei consiglieri che si sono evidentemente sentiti oggetto di quelle parole a non ripresentarsi in collegamento.
L’episodio curiosamente riporta alla memoria quello analogo che ha visto protagonista nei mesi scorsi la consigliera Serenella Ferrari, e anche in questo caso, stando alla versione ufficiale del diretto interessato, di mezzo ci sarebbe lo zampino maligno di uno smartphone: «Ero al telefono, stavo parlando di altro e in quel momento temporaneamente non seguivo più i lavori in aula – racconta Sartori –, mi sono infervorato e lasciato andare a quello sfogo senza accorgermi che il microfono era ancora acceso. Mi scuso comunque con tutti perché non è stato bello, ma non ce l’avevo con nessuno dei miei colleghi».
Resta il fatto che in seno alla maggioranza una frattura esiste, non da oggi, ed il voto sul Consorzio lo ha evidenziato una volta di più. «Evidentemente in maggioranza non è stata spiegata bene la situazione, e forse c’è stata un po’di fretta nel portare la delibera in aula senza approfondire meglio – la riflessione del forzista Fabio Gentile –. Ma dispiace molto che qualcuno non abbia capito, perché intanto il Comune ci rimetterà molti quattrini».
«Sulla vicenda del Consorzio universitario l’opposizione ha persona una grande, grandissima occasione, incarnando perfettamente il mantra del “no se pol” – l’affondo dell’assessore all’Università Chiara Gatta, che sottolinea invece la compattezza al voto del gruppo di Fratelli d’Italia –. Con il tavolo che andremo a costituire avremo più forze ed energie per concorrere a bandi, sviluppare piani di promozione che in questi anni sono del tutto mancati, a volte “mascherati” dietro a iniziative di cui hanno certamente giovato centinaia di studenti, ma che poco o nulla hanno lasciato in termini di attrattività e prospettiva».
Una risposta dai banchi dell’opposizione arriva invece dal capogruppo del Pd Marco Rossi, che appunto ha presentato la mozione per sospendere la discussione, e che ritiene che «Il progetto proposto dalla giunta è ancora fumoso e le perplessità espresse dai consiglieri comunali sono state molte – scrive in una nota Rossi –. Il rischio, è evidente, è che lo strumento proposto risulti largamente inefficace». Rosy Tucci (Gorizia è tua) – che definisce il Consorzio una delle «eccellenze goriziane», alla quale i consiglieri che hanno votato la mozione Rossi hanno scelto di non rinunciare con leggerezza – critica duramente invece la latitanza di riunioni della commissione che tratta proprio dell’Università, perché «è in seno ad essa che andavano condivise nel corso di questi tre anni di mandato Ziberna le criticità e le problematiche presentate dal sindaco ieri sera, e che sono il risultato di incontri, di confronti, di riunioni del consiglio di amministrazione».
Cosa succederà ora? Presto per dirlo. Di certo si tornerà in commissione, ma per il momento la liquidazione del Consorzio è quantomeno congelata. Anche perché pare difficile che un solo confronto con i commissari, di maggioranza e opposizione, possa avvicinare posizioni oggi lontanissime. —
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