Dietrofront della Burgo sui licenziamenti a Duino
DUINO Le prove di dialogo proseguono alla Burgo. Dopo che il vertice romano dello scorso 26 novembre ha contribuito a “scongelare” le posizioni del gruppo cartario, il secondo atto, andato in scena ieri nella sede confindustriale di Vicenza (il quartier generale della Burgo ha sede ad Altavilla Vicentina), ha confermato le volontà collaborative con un verbale, che recepisce e precisa quanto sortito dal ministero dello Sviluppo Economico. Con due evidenze di particolare rilevanza occupazionale e industriale.
Il punto principale, “codificato” dal verbale, è proprio il primo ed esprime un’indubbia valenza sociale e occupazionale: «Entro i termini previsti dalla procedura di mobilità ... verranno definite le modalità e le azioni finalizzate alla trasformazione della procedura di licenziamento collettivo in contratto di solidarietà».
Andiamo meglio rispetto alla dura prospettiva dei 153 licenziamenti, che l’azienda aveva annunciato e sui quali non pareva incline a negoziare. L’infausto esito del dimezzamento di produzione e organico sembra così scongiurato.
L’ammortizzatore sociale alternativo alla mobilità, di cui si parlava nell’agreement ministeriale, è individuato. Non solo: il confronto sulle modalità organizzative e gestionali collegate al contratto di solidarietà «nell’ambito di compatibilità economiche che consentano l’adozione di strumenti alternativi alla mobilità stessa» riprenderà esattamente tra una settimana, il 9 dicembre prossimo.
Ma il punto occupazionale è strettamente connesso al secondo passaggio del verbale vicentino, che recita «l’azienda ha confermato il proprio interesse a presentare un progetto di riconversione della “linea due” che ... può comportare la salvaguardia parziale dei livelli occupazionale».
Burgo non getta via le parole: «può» e «parziale» lasciano evidentemente intendere che la strada della trattativa non sarà brevissima. E che l’impegno delle istituzioni, sotto ogni profilo, sarà determinante per tutelare la sopravvivenza del sito produttivo duinese.
Il terzo punto del verbale è uno dei più importanti rilanci dell’accordo ministeriale dello scorso 26 novembre. Scrive il documento: «la società Burgo presenterà un apposito piano di riconversione entro il mese di marzo 2016». Adesso c’è una data: l’impegno, genericamente assunto in sede romana, ha un termine, una scadenza. Perchè nel giro di un quadrimestre il gruppo deve focalizzare cosa penserà di produrre sulla “linea 2” in luogo dell’ormai logoro “patinatino”. Senza contare che a Roma si era parlato anche della possibile ristrutturazione della “linea 3”.
In molti attorno al tavolo confindustriale. Per l’azienda trattavano il responsabile delle risorse umane, Franco Montevecchi e Paolo Simonato, assistiti dalle associazioni vicentina e triestina. A conferma dell’importanza della vertenza, i sindacati mandavano in campo i nazionali di categoria Carrega (Cgil), Gallo (Cisl), Di Francesco (Uil), Pompei (Ugl). Con loro i territoriali Goat (Cgil); Albanesi (Cisl), Mian (Uil), Valle (Ugl).
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