Dieci ore in coda per ritornare in Serbia

Gli emigrati intasano il confine tra Slovenia e Croazia. Lubiana allenta la morsa in vista delle festività: mobilità tra regioni
Un’immagine della lunghissima coda in autostrada sabato 19 dicembre verso il confine tra la Slovenia e la Croazia. Foto da rtvslo.si
Un’immagine della lunghissima coda in autostrada sabato 19 dicembre verso il confine tra la Slovenia e la Croazia. Foto da rtvslo.si

LUBIANA Il grande rientro, quello dei “gastarbeiter” in vista delle festività natalizie soprattutto da Germania e Austria verso Serbia e Bosnia-Erzegovina, ha intasato il sistema autostradale e confinario tra la Slovenia e la Croazia. Innanzitutto perché essendo la Slovenia confine esterno dell’Area Schengen, gli agenti di frontiera croati trascrivono nel sistema informatico della polizia i documenti di tutti coloro che si apprestavano a fare il loro ingresso nel territorio nazionale croato. Il 90% unicamente per transitarvi (12 ore di tempo) e, quindi, senza intoppi legati alla pandemia da Covid-19.

E proprio per evitare questi problemi, invece, in ingresso Serbia ieri c’è stata una sorta di “invasione” dei confini. Da oggi, infatti, i cittadini stranieri non potranno entrare in Serbia senza un test Pcr che attesti la negatività al Covid svolto non oltre le 48 ore precedenti l'ingresso. I cittadini serbi potranno invece entrare nel Paese senza prima essersi sottoposti al test, ma dovranno trascorrere un periodo di dieci giorni in quarantena, che potranno interrompere una volta che decideranno di effettuare il test.

E così ieri c’erano code lunghissime al valico tra Slovenia e Croazia di Obrežje sulla principale direttrice autostradale proveniente da Germania e Austria che hanno superato anche i 15 chilometri con più di 10 ore di attesa. I conducenti stanchi ruggivano di rabbia e i passeggeri camminavano lungo l’autostrada come avatar senza meta. Una situazione, dunque, anche pericolosa che gli agenti della polizia stradale slovena hanno avuto grossa difficoltà a gestire. Come abbiamo appreso da fonti della polizia di Zagabria, sono stati registrati 9.700 ingressi in Croazia dalla mezzanotte alle 6 del mattino di ieri, di cui circa l'80% erano veicoli in transito attraverso la Repubblica di Croazia verso altri Paesi.

Sul fronte dell’epidemia in Croazia ieri sono stati registrati 2.752 nuovi contagi su 10.062 tamponi, vale a dire che il 27,3% dei testati è risultato positivo. I morti sono stati 78. In Istria sono 80 i nuovi casi di infezione da coronavirus su 495 tamponi (16,1%), mentre due persone positive al Covid-19 sono morte all'Ospedale di Pola. Nella contea del Quarnero e Gorski kotor 265 i nuovi contagi su 265 tamponi (28%), un morto. A Spalato 367 i nuovi casi su 1.026 test, il che vuol dire che il 35,7% di chi è stato sottoposto a tampone è risultato positivo, in pratica più di uno su tre. Ma nonostante ciò ieri pomeriggio, approfittando della tiepida giornata di sole il lungomare della città era brulicante di persone in pieno “struscio” con l’80% di queste senza alcuna mascherina a protezione del viso e senza nessun agente di polizia che controllasse l’ampiamente prevedibile fenomeno. Della serie vivere pericolosamente.

In Slovenia ieri il governo ha adottato un piano d'azione che entrerà in vigore durante le prossime festività. Se la situazione epidemiologica sarà stabile la circolazione tra comuni e regioni sarà autorizzata dal 24 dicembre a mezzogiorno al 25 dicembre alle 20 e dal 31 dicembre a mezzogiorno al 1 gennaio alle 20. È prevista la possibilità di socializzare in aree private con persone provenienti da un massimo di due nuclei familiari diversi, con un massimo di sei adulti (sono esclusi i minori di 15 anni), norma valida il 24 e 25 dicembre e in caso di situazione epidemiologica stabile o migliore il 31 dicembre e l’1 gennaio. Sancito il divieto di vendita e uso di articoli pirotecnici e fuochi d'artificio. Resta immutato il coprifuoco giornaliero dalle 21 alle 6. Le scuole rimangono chiuse fino al 4 gennaio, poi riapriranno in presenza solo fino alla terza elementare. Dal 4 gennaio si prevede anche di testare tutti gli insegnanti con test rapidi per evitare che l'epidemia invada le aule.

Nelle ultime 24 ore sono stati eseguiti 5.600 tamponi per l'infezione da coronavirus, di cui 1.427 positivi, pari al 25,48%. Rispetto alla settimana precedente, il numero di casi confermati sta diminuendo per il settimo giorno consecutivo. Venerdì scorso ci sono stati 317 nuovi contagi in meno rispetto a venerdì 11 dicembre. —

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