Didattica a distanza, fuori l’11% degli alunni: dalla Regione bando da 1 milione di euro

TRIESTE. Dei quasi 142 mila studenti iscritti alla scuola statale pubblica - istituto comprensivo o superiore - della regione, sono 126.149, pari all’89,35%, quelli che sin dall’avvio della didattica a distanza imposta dalla chiusura delle scuole erano pronti a seguire le lezioni online, con strumenti propri o forniti dall’istituto. Detto in altre parole, sono stati 15.042 gli alunni rimasti esclusi: poco meno dell’11% del totale complessivo.
Con l’intervento dei fondi giunti dal ministero dell’Istruzione - quasi 1,3 milioni di euro per i dispositivi informatici - il numero degli esclusi, secondo l’Ufficio scolastico regionale (Usr), è stimato in riduzione a poco più di cinquemila. Ed è soprattutto per far fronte alle esigenze di questi ultimi che la Regione sta per lanciare un bando del valore di un milione di euro, a valere sul Fondo sociale europeo, per consentire alle scuole di implementare le dotazioni informatiche - dai notebook alle chiavette Wifi - da mettere a disposizione degli studenti: un bando da avviare nel mese in corso, fa sapere l’assessore regionale all’Istruzione Alessia Rosolen, così da far pervenire agli istituti altri materiali utili già entro maggio. Nella consapevolezza che il fronte della didattica a distanza resterà aperto per i mesi a venire.
È questo il quadro che emerge dal monitoraggio effettuato a inizio aprile dalla Regione d’intesa con l’Usr per individuare fabbisogni e criteri di riparto delle risorse regionali. Un quadro - commenta Rosolen - «comunque confortante, perché significa che le scuole si sono mosse e che il personale docente e non docente, con la regia dell’Usr, hanno garantito una risposta immediata alle necessità degli studenti»: parole riferite anche alla quota - una media del 97,51% - dei docenti impegnati nella didattica a distanza. Tanto da far ritenere all’assessore che «la Regione sarà ai vertici» quanto alle cifre, e che «in un frangente come questo emerge in modo ancora più importante il ruolo che la Regione ha nella garanzia sul tema educativo che lo Stato non sempre garantisce».
Va detto che il monitoraggio - da cui peraltro si sono rilevati problemi di connettività per circa il 3% di alunni - è stato poi implementato. Una delle percentuali più basse che si leggono nel grafico qui sopra, ad esempio, riferita all’Istituto comprensivo Randaccio di Monfalcone, deriva da un’indagine cui ha partecipato inizialmente solo la metà delle famiglie, esclusa la scuola dell’infanzia. Tanto che un ulteriore screening a livello regionale verrà effettuato a breve.
In ogni caso, dai dati è emerso che in Fvg la percentuale di studenti dotati di strumenti è più alta alle superiori in media di quasi del 4%, rispetto all’86,73% riscontrato fra quelli degli istituti comprensivi. E se inizialmente solo 2 scuole sulle 163 considerate a livello regionale hanno segnalato una copertura per la didattica a distanza sotto il 50%, 158 sono gli istituti dove si sale oltre il 60%, 140 con oltre il 75% e 109 oltre il 90%: sette in Fvg gli istituti già con copertura totale.
Con le risorse della Regione da aggiungere a quelle statali si arriva al totale di 2 milioni 267 mila euro con cui raggiungere una dotazione di dispositivi per il 100% di studenti per 101 scuole, e una media del 95,53% degli alunni per 89 istituti comprensivi, da aggiungere ai 30 istituti che hanno raggiunto la totalità senza ricorrere al finanziamento regionale. Un numero di computer usati verrà poi individuato da Insiel per essere destinato alle scuole. Nel medio periodo intanto la Regione prevede di investire 4,7 milioni di euro per assicurare la banda ultra larga al 100% delle scuole superiori, al 58% delle medie, al 48% delle elementari e al 47% di quelle dell’infanzia.
Nel bando in arrivo per le scuole, fa sapere Rosolen, l’obiettivo è fare in modo di incidere maggiormente sulle scuole dove più alto è il numero di studenti non raggiunti dalla didattica online. Mentre sui fondi ordinari - sottolinea l’assessore - non è stato apportato alcun taglio a fronte di attività non svolte, permettendo agli istituti di utilizzare comunque le risorse. Su un altro fronte, intanto, la Regione è al lavoro: individuare un bando a livello europeo per trovare risorse su cui incidere contro disparità economiche e povertà educativa che la didattica a distanza rischia di ampliare.
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