Diciassette i partecipanti all’assemblea: «Ugg snobbata dai goriziani»

L’ex presidente Comolli: «Ha partecipato meno del 5 per cento dei 400 soci»

Francesco Fain
Bumbaca Gorizia 27_11_2021 Assemblea UGG © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 27_11_2021 Assemblea UGG © Foto Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. «Diciassette presenti che, paradossalmente, è il miglior dato relativamente alle recenti partecipazioni alle assemblee dell’Ugg. Eppure, non possiamo nasconderci che si è trattato di un disastro. Mi aspettavo che la città rispondesse con maggior interesse visti gli appelli e i servizi giornalistici dedicati alla crisi dell’Unione ginnastica goriziana, ma così non è stato. La città non risponde. Purtroppo».

Paolo Comolli, presidente dimissionario dell’Ugg, era presente nella “ghiacciaia” della palestra grande dell’Unione ginnastica goriziana: ghiacciaia perché faceva davvero molto freddo. «Ho apprezzato la relazione del direttivo uscente e della vicepresidente Elisa Hoban - esordisce -. Quello che emerge è che l’Ugg ha bisogno di soggetti che gli stiano vicino, di persone che abbiano voglia di rimboccarsi le maniche. Certo, se consideriamo che all’assemblea c’erano anche ex presidenti (fra cui il sottoscritto) e il sindaco Ziberna, di soci “veri” ce n’erano davvero pochi. Troppo pochi».

E stando a quanto sostiene Comolli, di soci l’Ugg ne conta circa 400. «Prendendo anche per buono il dato delle 17 presenze (dove vanno inseriti appunto sindaco e ex presidenti), ha partecipato all’assemblea meno del 5 per cento degli aventi diritto». Perché questa situazione? Perché la città non riesce a scaldarsi sull’Unione ginnastica goriziana che continua a dibattersi nelle incertezze sul suo futuro e sulle sue prospettive? «Lentamente, questa istituzione ha perso appeal e ricostruire sarà difficile - aggiunge Comolli -. Il consigliere comunale e già vicepresidente dell’Ugg Rinaldo Roldo, nel suo intervento, ha rievocato i fasti del passato. La sua ricostruzione è stata incontestabile, ma sono tempi che non torneranno più. Dobbiamo essere realisti», allarga le braccia. «Era stata allestita appositamente la sala maggiore per contenere coloro che avessero voluto partecipare all’assemblea ma il panorama era desolante. Volete un aneddoto? Ho pregato il vostro fotografo di soprassedere e non scattare immagini perché è stato davvero umiliante contare in quanti eravamo».

I goriziani non partecipano, salvo poi andare su tutte le furie quando un’istituzione, un ente, un servizio chiude. Ma cosa si è fatto, collettivamente, per tenerlo in vita? «L’affluenza di sabato, purtroppo, dà la cifra di cosa rappresenta oggi l’Ugg per i goriziani. Purtroppo. A parte questo, giusto guardare al futuro, ma c’è da gestire il presente - conclude Paolo Comolli -. Su questo, si è detto poco. Si dice che chiudere per un anno non è uno scandalo. D’accordo, ma le spese corrono e l’indebitamento sale. Le banche attenderanno? Si parla di Fondazione (Carigo) senza sapere che, per Statuto, mai potrà entrare a far parte attiva se non con contributi su progetti ben precisi e dettagliati».

Interessante anche la posizione di Stefano Ceretta, vicesindaco e assessore comunale allo Sport. Pure lui non ha partecipato all’assemblea (il Comune era rappresentato dal sindaco Ziberna), visto che sta trascorrendo un paio di giorni in montagna ma, seppure a distanza, sembra avere le idee chiare sulla vicenda Ugg. «Mi dite che c’erano solamente diciassette persone alla riunione? È preoccupante. Ma, forse, chi era là a illustrare le possibili strategie future dovrebbe porsi delle domande del perché l’Ugg interessa così poco alla collettività. Sono stati commessi troppi errori».

Secondo Ceretta, l’Ugg andrebbe riaperta. «Va rimessa in moto. Invece, oggi, continuiamo a vedere sempre lo stesso film perché la situazione è talmente “degradata” che è difficile riemergere dal limbo. Bisogna coinvolgere più la città e mettere in piedi iniziative che devono essere inclusive. Sino a quando, l’Ugg rimarrà un corpo a se stante, sarà dura farla sentire patrimonio di tutta la città. È necessario un coinvolgimento maggiore».

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