Cabinovia a Trieste, il dibattito infiamma la platea: «Opera strategica». «No, inutile e dannosa»

Nel pubblico si incontrano soprattutto i residenti a rischio esproprio. Dagli effetti sull’ambiente alla sostenibilità economica, il confronto tra Bertoli, Bernetti, Russo e Starc

Francesco Codagnone
Il dibattito sulla cabinovia (Silvano)
Il dibattito sulla cabinovia (Silvano)

La scintilla si accende sulla certezza dei fondi, all’inizio del dibattito. Ed è lì che l’amministrazione si trova a difendere – per la prima volta in un confronto pubblico – la correttezza dell’iter seguito negli ultimi cinque anni, i calcoli e le procedure ambientali per la realizzazione della cabinovia, con il fronte contrario che invece sfila dalla manica render e accessi agli atti e fa eco a qualche fischio.

Cabinovia a Trieste: le opinioni di Comune e Comitato a confronto

Il primo confronto bipartisan

Il primo dibattito aperto tra sostenitori e oppositori dell’impianto a fune riempie l’Aula magna di via Filzi di polemiche, risposte taglienti e domande rimaste inascoltate. A destra della platea ci sono l’assessore Everest Bertoli e il dirigente Giulio Bernetti, fino all’ultimo a sostegno di un’opera che «porterà Trieste nel futuro». A sinistra il dem Francesco Russo e il volto del Comitato No Ovovia William Starc, che quel futuro lo vedono invece minato dai piloni Leitner e dal loro impatto sulle querce del Bovedo.

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La sala conferenze dell’Università è al completo e in molti rimangono fuori, nei corridoi. Il dibattito promosso dall’associazione universitaria Synapser si presenta come moderato, ma nel pubblico si incontrano soprattutto i volti dei residenti a rischio esproprio, dell’elettorato di centrosinistra. La platea è già in gran parte schierata prima ancora di iniziare.

Fermarsi o andare avanti?

La prima domanda è d’obbligo: perché andare avanti o perché fermare tutto? «Ridurrà il traffico» e «renderà Trieste città innovativa», sostiene il fronte del sì. «Arrecherà danni ambientali» e «stravolgerà un sito di archeologia industriale», ribattono i detrattori. «L’ovovia è la risposta sbagliata», afferma ancora il dem Russo, mostrando al pubblico una carta dopo l’altra. I risultati del sondaggio condotto con il Comitato, in cui «il 65% dei triestini dissero di essere contrari all’ovovia». Le carte che riportano le perplessità della Soprintendenza sul passaggio della funivia in Porto Vecchio, i render del parco lineare in cui quelle cabine non compaiono più.

William Starc
William Starc

«Notizia falsa, il progetto esecutivo prevede la cabinovia», ribatte l’assessore Bertoli, che parla di «opera economicamente sostenibile: darà nuove prospettive al turismo». Fondi Pnrr persi? «Non c’è carta ufficiale che lo attesti: il Mit ha cambiato finanziamento per accelerare l’iter», precisa il leghista, ma la replica suscita il primo fischio del pubblico.

L’impatto ambientale

Russo e Starc ripercorrono i giudizi negativi sulla compatibilità paesaggistica e l’impatto ambientale, e come la cabinovia si tratti di «un’opera che porterà dal nulla al nulla». «Il futuro del trasporto in Porto Vecchio doveva essere su ferro e acqua: nulla dell’ovovia parla di mobilità sostenibile», riassume la voce del Comitato.

Giulio Bernetti
Giulio Bernetti

Critiche ribattute punto su punto da Bertoli e Bernetti, che sottolineano come l’infrastruttura «alleggerirà l’accesso a nord della città» riducendo di un quinto il traffico in arrivo, e che è «compatibile con tutti i parametri di sicurezza richiesti». Il consigliere dem parla di «grande balla: in cinque anni non avete battuto un chiodo», l’esponente di giunta accusa l’opposizione «ideologica». L’architetto Starc getta l’ombra dei «piloni piantati in terreni fragili», l’ingegner Bernetti rimanda ad altri casi nel resto d’Italia: «Leitner costruisce piloni su versanti franosi delle montagne e risultano perfettamente stabili». E le querce del Bovedo? «Il sito protetto è di 12 mila ettari, noi – annota Bernetti – impattiamo solo su un ettaro: i piloni non disturberanno i nidi degli uccellini».

La sostenibilità economica

La giunta sostiene la «sostenibilità economica della cabinovia», destinata a registrare un utile annuo di oltre un milione gestione inclusa («Trieste Trasporti è interessata a gestire l’impianto», fa sapere l’assessore). I contrari stimano un’utenza di meno di un terzo di quella prevista dal Comune: «Perché qualcuno dovrebbe usare l’ovovia che richiede comunque l’uso dell’auto o del bus?» .

Il microfono passa quindi al pubblico, e le domande sembrano non finire più. I residenti a rischio esproprio, poi il sostenitore dell’opera che parla di «maggioranza silenziosa». Interventi poco a fuoco e polemiche messe a tacere dai moderatori. Infine la richiesta di un referendum sulla cabinovia, dopo la prima iniziativa suo tempo bocciata. «Non è la politica che decide, ma una commissione tecnica», così Bertoli. Il dibattito termina in poco meno di due ore. Nell’aula restano decine di mani alzate e tante più domande dal pubblico.

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