Dibattiti sui diritti negati e racconti di integrazione: al via il Festival Sabir a Trieste

Da oggi a Trieste una trentina di appuntamenti, sabato la Marcia contro i muri per l’accoglienza

Gli organizzatori: «Dal Comune né patrocinio né collaborazione ufficiale, prima volta in 9 anni»

Francesco Codagnone
Migranti lungo la rotta balcanica
Migranti lungo la rotta balcanica

TRIESTE Arriva a Trieste il Festival Sabir, evento diffuso e spazio di incontro tra culture mediterranee: a partire da oggi sono in programma trenta incontri con un centinaio di relatori tra esponenti dell’attivismo e di realtà locali, nazionali e internazionali sul tema delle migrazioni, dei diritti umani e dell’accoglienza. Sabato la conclusione con la prima “Marcia contro i muri e per l’accoglienza” che attraverserà il confine tra Slovenia e Italia, ultima tappa della rotta balcanica.

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Il Festival Sabir fa rotta su Trieste e mette al centro le voci dei popoli
Migranti in una foto di repertorio

L’edizione 2023

Questa edizione 2023 del festival - organizzato da Arci, Caritas Italiana, Acli e Cgil con la collaborazione di Asgi e Carta di Roma, il patrocinio di Rai per la Sostenibilità, media partner Rai e Primorski dnevnik - è intitolata “Libertà di movimento” in ricordo di Omar Neffati, giovane portavoce di Italiani senza cittadinanza, prematuramente scomparso lo scorso gennaio. Dopo Lampedusa, Matera, Pozzallo, Siracusa, Palermo e Lecce, «per la prima volta il festival approda in una città di frontiera - Trieste - per molti migranti parte finale di un lungo viaggio, ancora oggi intrapreso con grande difficoltà da persone che cercano salvezza e protezione ma trovano lungo il percorso muri e intolleranza», ha detto Filippo Miraglia, responsabile immigrazione di Arci, ieri durante la presentazione del festival che ha visto presenti il vicepresidente di Acli Antonio Russo, il responsabile immigrazione di Caritas Italiana Oliviero Forti, il presidente di Ics Gianfranco Schiavone e il segretario provinciale della Cgil Michele Piga.

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Alidad Shiri a Trieste: «Mio cugino morto a Cutro: una tragedia utilizzata per limitare ancora i diritti»
Alidad Shiri

Il programma

L’edizione 2023 di Sabir si articolerà dunque in una serie di incontri internazionali, convegni, momenti di formazione e attività culturali, per «dare voce a quella parte di Europa e d'Italia che non si arrende ai muri e alle paure e che vuole tutelare i diritti delle persone in cerca di protezione». L’inaugurazione stamattina, giovedì 11 maggio alle 11.30 al museo Revoltella, alla presenza delle realtà coinvolte nella stesura del programma e di Daniela Ionita di Italiani Senza Cittadinanza, Chiara Cardoletti di Unhcr Italia e Alidad Shiri, cofondatore di Unire e portavoce dei familiari delle vittime di Cutro. Sempre al Revoltella, dalle 14 alle 16.30 si terrà una tavola rotonda sul tema dell’accoglienza - introdotta da Miraglia, chiusa da Forti e moderata dalla giornalista Eleonora Camilli - cui prenderà parte, tra gli altri, il prefetto Rosanna Rabuano, vicecapo dipartimento vicario del Dipartimento per le Libertà civili e per l’Immigrazione. Nella stessa sala dalle 18.30 le avvocate di Asgi Anna Brambilla e Caterina Bove, assieme a associazioni e reti internazionali, discuteranno di violazioni dei diritti umani nelle zone di confine interne e esterne dell’Unione europea.

Venerdì

Venerdì, dalle 11 alle 13 al Revoltella, il workshop “Balcani e Ue: strade diverse o stessa direzione?” coinvolgerà organizzazioni e i movimenti di «entrambe le parti d’Europa» sul tema della collaborazione in ambito di mobilità e inclusione, culturale ma anche economica e sociale. Sempre venerdì due eventi al museo Sartorio: dalle 11 alle 13.30 un incontro sull’occupazione straniera quale «risorsa per la società», mentre dalle 16 alle alle 18 si discuterà di misure di ingresso in Ue per motivi di protezione, partendo dal Regolamento sui visti umanitari e affrontando il fenomeno dei respingimenti sulle frontiere.

L’ultima giornata

Il festival si chiuderà come detto sabato con la prima “Marcia contro i muri e per l’accoglienza”, che attraverserà - in un percorso di 5 chilometri - il confine tra Slovenia e Italia, partendo alle 15 dal Castello di Socerb a Capodistria fino a San Dorligo della Valle: i sindaci dei due Comuni aderiranno alla simbolica iniziativa.

Il Comune di Trieste, chiude Miraglia, ha deciso di «non concedere al festival nessuna forma di collaborazione ufficiale o patrocinio: è la prima volta che accade in 9 anni di Festival». Il programma completo su www.festivalsabir.it.

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