Dialogo con la Serbia, scontri in Kosovo
BELGRADO. I leader di entrambi i fronti lo descrivono come un memorabile passo avanti, che potrebbe rappresentare la prima pietra dell’attesa riconciliazione. Ma qualcuno, in patria, non ci sta. E contrattacca, parlando di collusione col nemico. Continua a far discutere, soprattutto in Kosovo, la notizia dell’incontro di venerdì a Bruxelles tra il premier serbo, Ivica Da›i„, e l’omologo kosovaro, Hashim Thaci. Un incontro, organizzato sotto l’egida Ue, definito da entrambi i politici storico. E presentato come la premessa di un futuro accordo che potrebbe cambiare i destini delle relazioni tra Belgrado e Priština. Ma proprio a Pristina si sono registrate ieri accese proteste contro l’incontro e contro Thaci, “colpevole” di essersi seduto allo stesso tavolo di Dacic. A guidare la rivolta, qualche centinaio di sostenitori del partito d’opposizione kosovaro “Vetevendosje” (Autodeterminazione), guidati dal loro leader storico, Albin Kurti. Kurti, dissidente ai tempi del regime di Miloševi„ e fiero censore del “carrozzone” Onu che vigilò sul Paese fino all’indipendenza, che continua a criticare con vigore la classe politica locale salita al potere dopo il 2008, Thaci incluso. Thaci che, in una nota, è stato accusato da Vetevendosje di non aver avuto remore a «incontrare l’erede politico del macellaio dei Balcani, Miloševi„» e di non aver tenuto in conto «gli sforzi» continui della Serbia «di distruggere l’indipendenza del Kosovo e la sua sovranità attraverso il finanziamento di strutture criminali presenti nel nostro Stato», quelle “parallele” foraggiate dal denaro di Belgrado nel Nord e nelle enclave. In segno di protesta, ieri i sostenitori di “Autodeterminazione” hanno così deciso di sfilare nel centro di Pristina dietro striscioni che recitavano «No ai negoziati» e «Unione con l’Albania, nessun accordo con la Serbia». E cercato di bloccare i lavori del Parlamento nazionale e del governo. Inevitabile lo scontro con gli agenti in tenuta anti-sommossa, che hanno reagito con dure cariche e lacrimogeni al lancio di pietre e oggetti da parte dei manifestanti. «Abbiamo cercato di sbarrare l’entrata della sede del governo ma la polizia ce lo ha impedito», racconta al telefono da Pristina Erzen Vraniqi, dipartimento stampa e comunicazioni di Vetevendosje, che specifica poi che la risposta degli agenti è stata sproporzionata. «Albin Kurti è stato arrestato e poi rilasciato», ma altri deputati del partito, tra cui il capogruppo parlamentare e alcuni simpatizzanti sono stati feriti, aggiunge poi Vraniqi, mentre in sottofondo si alzano alti gli slogan dei manifestanti. Perché Vetevendosje è così contraria all’incontro Thaci-Da›i„? Perché il governo di Priština, conclude Vraniqi, «non ha imposto alcuna condizione alla Serbia per proseguire in modo dignitoso nel dialogo. Serbia che qui ha compiuto crimini di guerra, un genocidio, e non si è mai scusata».
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