Dialoghi con l’aldilà, finta maga nei guai
TRIESTE Si chiama Claudia Beatrix Shzmidt, 55 anni. Ufficialmente estetista. Ma - stando alle indagini coordinate dal pm Antonio Miggiani - in realtà maga. O meglio chiromante in grado di “collegare” il mondo dei vivi con quello dei morti. Tutto per la non certo modica spesa di oltre 100mila euro. È infatti questa la cifra che secondo il pm Miggiani la donna si è fatta consegnare dalla vittima del raggiro. Per una decina d’anni - dal 2004 al 2014 - lo stipendio di 1700 euro e la pensione di reversibilità del marito deceduto di 500 euro. È accusata di circonvenzione di incapace.
Comparirà domani davanti al gip Luigi Dainotti che dovrà decidere sul rinvio a giudizio chiesto dal pm Miggiani. Il quale nei mesi scorsi aveva proposto l’archiviazione del procedimento e il gip Laura Barresi - accogliendo l’opposizione della parte offesa assistita dall’avvocato Maurizio De Mitri - aveva disposto nuovi accertamenti. L’accusata è difesa dall’avvocato Marina Rizzi. «Questo processo - ha dichiarato in proposito Rizzi - è l’esito dell’accoglimento dell’opposizione a una richiesta d’archiviazione ben che motivata. Infatti è risultato che l’asserita parte offesa ha avuto una gestione non oculata delle proprie risorse finanziarie».
Tutto è iniziato nel 2004, pochi giorni dopo la morte del marito della vittima di questa vicenda. La donna - peraltro invalida e costretta a camminare con le stampelle - non riusciva a darsi pace per il dolore della perdita troppo pesante, troppo devastante. E qui - secondo la denuncia poi presentata ai carabinieri - è entrata in gioco Claudia Beatrix Shzmidt. Era arrivata nella casa come estetista chiamata, da quanto appreso, dalla figlia della vittima. Poi, sempre secondo l’accusa, è riuscita giorno dopo giorno ad entrare in confidenza ottenendo la possibilità di svolgere per conto della donna anche alcuni servizi all’esterno, come andare in centro a pagare una bolletta o fare la spesa. E qui - questo rileva la ricostruzione dei carabinieri - Claudia Beatrix Shzmidt da estetista si è “trasformata” in maga. Ogni giorno utilizzando candele - rigorosamente di colore nero - ma anche talismani, amuleti e altri oggetti simili “presiedeva” vere e proprie sedute spiritiche «per mettere - così si legge nel capo d’imputazione - in comunicazione la vedova con l’ex compagno deceduto».
Lo faceva nella casa della vittima. Per amicizia, così aveva detto. Aveva anche realizzato una sorta di talismano in carta contenente una pietra bianca sul quale aveva scritto i nomi della vedova e del marito morto. Lo strofinava su un panno e poi - miracolosamente - iniziava a parlare lei stessa come fosse stato il marito morto. E questo accadeva davanti agli occhi turbati e sgomenti della vedova inconsolabile. Che ovviamente credeva alla “reincarnazione” domestica.
La vittima, secondo il pm Miggiani, era diventata talmente suggestionata da non occuparsi più di faccende terrene. E in particolare di quelle finanziarie. Tant’è che - questo risulta dalle indagini - in poco tempo Shzmidt ha ottenuto la possibilità di gestire gli introiti della vedova: il suo stipendio e appunto la pensione di reversibilità del marito. Nel corso delle indagini i militari hanno tuttavia scoperto che la vedova amava andare a giocare al lotto e anche alle macchinette. Non solo: molti testimoni hanno dichiarato di averla vista bere in modo ritenuto esagerato. È successo così che, dopo l’interrogatorio di Claudia Beatrix Shzmidt (in cui si è dichiarata innocente attribuendo le perdite finanziarie allo stile di vita della vedova), il pm Miggiani si è convinto che il caso andasse archiviato. Ma poi le cose sono andate diversamente. Altri accertamenti disposti dal gip Barresi e poi la richiesta di rinvio a giudizio al gip Luigi Dainotti.
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