Di Centa riapre i giochi per le candidature Pdl
TRIESTE. Isidoro Gottardo e Sergio Dressi sanno che lunedì a Roma, a Palazzo Grazioli, inizia la settimana decisiva per la composizione delle liste elettorali del Pdl. Quello che possono fare, ieri sera a Udine in coordinamento regionale, assente solo Luca Ciriani, è mettere insieme le candidature di vertice: 5 parlamentari uscenti e 3 consiglieri regionali, il triestino Piero Tononi, il goriziano Gaetano Valenti, l’udinese Massimo Blasoni. Troppi aspiranti per un partito che in regione rischia, dovesse andar male, di portare a casa 3 soli seggi rispetto agli 8 del 2008. A complicare le cose un nuovo pretendente: Manuela Di Centa, friulana doc, ma eletta cinque anni fa nel collegio del Trentino Alto Adige.
Il vertice romano
I due coordinatori sono stati convocati da Angelino Alfano. Lunedì alle 11.30, nel quartier generale romano, il livello nazionale del Pdl inizierà a pesare le disponibilità messe a disposizione dal territorio. Ma a fine settimana si deciderà nella capitale, come da statuto del partito.
Gli uscenti
Persi per strada i “fuoriusciti” Roberto Antonione, Roberto Menia e Franco Frattini alla Camera e Ferruccio Saro al Senato, gli uscenti del Pdl sono rimasti 4: con Gottardo, Manlio Contento a Montecitorio, Giulio Camber e Vanni Lenna a Palazzo Madama. Due soli di questi, Gottardo e Camber, sembrano realmente sicuri di tornare in Parlamento. Il primo non solo perché coordinatore regionale, ma anche con un solo mandato alle spalle. Il secondo blindato dal patto con Silvio Berlusconi sottoscritto nel 2011 prima delle comunali di Trieste.
Le deroghe
L’occasione di lunedì servirà anche per avanzare la richiesta di deroga per i due parlamentari, Camber e Contento, che superano il tetto massimo dei 15 anni fissato dal partito nazionale. Il senatore triestino vanta infatti presenze alla Camera dal 1987 al 1994 e al Senato dal 1996 a oggi, mentre il deputato pordenonese è in Parlamento dal 1996.
I numeri
Il coordinamento regionale, al netto di una clamorosa rimonta Berlusconi-style, lavora sull’ipotesi ritenuta verosimilmente più favorevole: la conquista di 5 seggi, 3 alla Camera e 2 al Senato. Ma in casa Pdl si conosce molto bene, temendola, anche la prospettiva peggiore: non più di 3 seggi. Non basterebbero nemmeno per le riconferme degli uscenti, figuriamoci di fronte a nuovi appetiti.
Gli aspiranti
Appetiti, peraltro, che non mancano. Ieri sera, come del resto era trapelato in settimana, si sono avute le conferme delle ambizioni di Tononi, Blasoni e Valenti, la cui disponibilità è stata chiesta dal coordinamento goriziano. I primi due saranno proposti per la Camera, Valenti per il Senato (probabilmente al numero tre dopo Camber e Lenna). Si sono quindi fatti i nomi di Anna Maria Cisint e Francesca Tubetti, sempre per l’Isontino, mentre Udine e Pordenone chiuderanno le “selezioni” tra oggi e domani. «Siamo convinti che la partita con il centrodestra sia aperta, specie al Senato - sottolinea Gottardo -. Il criterio fondamentale sarà l’equilibrio sul territorio».
Il caso Di Centa
Dopo di che c’è il ritorno della Di Centa. «Ha partecipato sempre ai nostri coordinamenti, non possiamo non tenerne conto», dice Dressi a proposito dell’ex campionessa di sci. Non c’è dubbio che pure lei sarà della partita. Eletta nel 2006 nelle liste di Fi e nel 2008 in quelle del Pdl, Di Centa potrebbe far pesare una volta ancora l’amicizia con il Cav.
Il “mai dire mai” di Saro
Ore di attesa, dunque, permolti pidiellini. Chi invece ha già l’anima in pace sono i due ex berlusconiani, Roberto Antonione e Ferruccio Saro, esclusi dal Parlamento dopo 12 anni ciascuno. Il futuro? Antonione rimanda le riflessioni, Saro sembra al contrario già pronto a rituffarsi nella mischia: «Le regionali? Mai dire mai». Entrambi, “ribelli” al Pdl, avrebbero potuto trovare un posto tra i “montiani”. Entrambi spiegano di non averlo cercato e si dicono «assolutamente sereni». Entrambi non si pentono di aver staccato la spina al governo Berlusconi. «Era una situazione insostenibile», dice Antonione. «Non c’era altra scelta», aggiunge Saro. Nessun rimpianto nemmeno per la mancata “ricompensa” del Prof. «Conosco la politica – spiega l’ex sottosegretario triestino –, tra le poche virtù che pratica non c’è quella della riconoscenza. Avessi voluto pensare a me stesso, avrei potuto farlo, come altri. Ma sono un idealista, il mio tornaconto viene dopo l’interesse generale».
Il futuro
E adesso? «Guardo alle persone serie», sintetizza Antonione. Anche a Bersani? «È tra quelle, si tratterà di vedere con chi e come si presenta. La parte che fa riferimento a Sel ha idee molto diverse dalle sue». Antonione ammette che la passione rimane ma rinvia eventuali scelte. Saro, invece, già scalpita: «La Regione è stato il mio grande amore. Se potrò ancora dare un contributo a evitare il declino totale del Fvg, ci sarò». Con Tondo o con Monti? «Risposta impossibile, al momento».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo