Destri o mancini? La risposta dal feto dopo 18 settimane
TRIESTE Vi siete mai chiesti perché alcuni sono destrimani e altri mancini? Solo il 10% della popolazione è mancina e a questa minoranza appartengono alcune personalità illustri come Barack Obama, Albert Einstein, Jimi Hendrix e Leonardo Da Vinci. Ma destrimani o mancini si nasce o si diventa? In altre parole quanto conta la genetica e quanto l’ambiente esterno quando si decide di impugnare la penna con la destra o la sinistra? In realtà la dominanza manuale si manifesta già in utero ed è già ben definita alla diciottesima settimana di gravidanza. Lo sappiamo grazie allo studio guidato dalla ricercatrice Valentina Parma della Sissa e dal professor Umberto Castiello dell’Università di Padova, pubblicato su Scientific Reports che ha analizzato le caratteristiche di alcuni movimenti fetali, riuscendo a prevedere con accuratezza la preferenza motoria osservata poi negli stessi bambini e bambine all’età di nove anni, un tempo di sviluppo in cui la manualità può essere identificata in modo affidabile e basata tra le altre cose sulla mano con cui il bambino scrive. I ricercatori hanno studiato la cinematica fetale, una tecnica in grado di definire le caratteristiche spazio-temporali dei movimenti in utero, per predire la dominanza manuale di 29 feti. Tutte volontarie le future mamme coinvolte nello studio, con una gravidanza a basso rischio e seguite al Burlo Garofolo di Trieste.
Dopo nove anni gli scienziati hanno confrontato le loro previsioni con la preferenza riportata dagli stessi bambini e bambine ottenendo un’accuratezza variabile tra l’89% e il 100%, a seconda dei parametri utilizzati. «L’affidabilità di questo approccio - commenta la ricercatrice Valentina Parma - suggerisce il potenziale ancora inesplorato dell'ecografia standard per far progredire la nostra comprensione della vita prenatale». In particolare, gli studiosi hanno analizzato i movimenti delle mani dei feti a 14, 18 e 22 settimane di gestazione tramite ecografia 4D, in sedute di 20 minuti ciascuna. Tre le tipologie di movimenti studiati: due di maggiore precisione, in cui le mani vengono portate agli occhi e alla bocca, e uno rivolto genericamente alla parete uterina. I risultati hanno mostrato che, a partire dalla diciottesima settimana, i feti non solo muovono più frequentemente quella che diventerà la mano dominante, ma i movimenti di precisione compiuti con quello stesso arto sono più rapidi.
Spiega Parma: «Quello che abbiamo scoperto è che spontaneamente il feto muove in modo preferenziale o l’arto destro o quello sinistro, non solo in termini di frequenza di movimento, ma anche di modulazione, come cioè viene eseguito il movimento, in particolare per i movimenti di precisione. La dominanza manuale, - prosegue la ricercatrice laureata in Neuroscienze presso l’Università di Padova, con un dottorato in psicologia sperimentale – fonda le sue radici nelle differenze di lateralizzazione tra gli emisferi cerebrali. Per questo, la capacità predittiva della metodologia impiegata sembra essere un buon punto di partenza per il riconoscimento precoce di patologie caratterizzate da asimmetrie a livello cerebrale, come la depressione, la schizofrenia e i disturbi dello spettro autistico. In altre parole - conclude - la cinematica fetale potrebbe essere utilizzata per trovare dei biomarcatori precoci di alcune patologie che presentano delle asimmetrie cerebrali, come appunto la schizofrenia o l’autismo, permettendo di intervenire precocemente compensando eventuali problemi di sviluppo».
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