Deserta la prima asta per il “Lido” di Muggia
Un secondo tentativo sarà esperito nel 2021 con un abbassamento della quotazione del 25% a 1.650.000 euro
La struttura che ospitava l’hotel e ristorante Lido a Muggia: va all’asta per oltre 2 milioni di euro. Foto Lasorte
MUGGIA Stefano Gropaiz non si faceva illusioni e ne aveva ben donde. Il commercialista triestino, che cura il fallimento dell’hotel muggesano Lido, aveva la chiara percezione, avendo parlato con gli operatori interessati e non avendo raccolto offerte pre-asta, che difficilmente il primo esperimento di vendita avrebbe ottenuto successo. E infatti alla scadenza dei termini, fissata ieri l’altro a mezzogiorno, di proposte nello studio di via Milano non se ne sono viste. Il prezzo era di circa 2,2 milioni.
Gropaiz ritenterà una seconda prova ma non subito. L’intenzione è di portarsi verso primavera, nell’auspicio che le condizioni di mercato, oggi gravemente compromesse dalla pandemia, possano migliorare. Per agevolare l’operazione, abbasserà del 25% la quotazione, che si attesterà attorno al milione 650.000 euro. Inoltre il curatore risentirà i quattro operatori, nessuno dei quali triestino, che sembravano i più seriamente disposti a rilevare l’albergo.
Il Lido, posizionato in via Battisti all’ingresso di Muggia sulla sinistra provenendo da Trieste, aveva dovuto dichiarare fallimento nell’ottobre del 2018, schiacciato da 650.000 euro di debiti con Equitalia. La struttura necessita di essere ammodernata e l’investimento non può essere inferiore ai 2 milioni per rimettere a nuovo le 47 camere di questo “tre stelle”. L’albergo ha una superficie di 3000 metri quadrati, cui s’aggiungono le metrature esterne del cortile, dell’orto, di una piccola spiaggia dirimpettaia.
L’hotel ha raccontato un pezzo di storia muggesana. Era sorto nel 1954, proprio l’anno del ritorno di Trieste all’Italia. Il periodo migliore - come aveva detto il titolare Giorgio Suraci - aveva coinciso con lo sviluppo industriale del territorio, che arrivava alle porte del capoluogo: l’epoca della Fissan, della Vitrani, dell’area delle Noghere. Con l’esaurirsi di quella propulsione industriale, era iniziato il declino dell’albergo. Che molto doveva la sua favorevole fama al ristorante, attrezzato per ospitare fino a 250 clienti e noto per la cucina di pesce.
Era un riferimento per la politica che stazionava o transitava a/per Muggia. Con sostanziale equidistanza aveva ospitato dignitari del Pci come Luigi Longo e Nilde Iotti, come le successive riunioni di Forza Italia convocate da Roberto Dipiazza. I Suraci avevano cercato di ribaltare le sorti del Lido trasformandolo in casa di riposo ma non c’era materia per una variante al Piano regolatore. —
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