Derubati delle medaglie vinte ai mondiali

Quattro atleti triestini del Circolo Marina Mercantile, dell’Adria e della Canottieri Padova sono stati derubati della medaglia di bronzo che avevano conquistato ai Mondiali di canottaggio in Svezia a Helsingborg. Il furto è stato messo a segno nel week end dopo Ferragosto a Copenaghen quando Stefano Donat, Pietro e Andrea Milos e Simone Martini e due accompagnatori stavano - incredibilmente felici per il successo ottenuto - tornando a casa.
I ladri hanno sfondato un vetro posteriore del pullmino che avevano noleggiato e hanno rubato proprio lo zainetto contenente le medaglie, la targa e le magliette con le firme dei partecipanti ai Mondiali. Ma la beffa è stata che, quando sono rientrati a Trieste, la società di noleggio che, grazie all’intervento di uno sponsor, aveva dato loro il mezzo, ha chiesto il pagamento di circa mille euro, la franchigia prevista perché, per risparmiare sulla trasferta, il mezzo non era stato assicurato con la formula Kasko. Insomma, una doppia fregatura.
Racconta Stefano Donat: «Avevamo prenotato una stanza in un albergo a Copenaghen, si chiama Vega hotel. Avevano scelto quello che costava meno. Perché nel Nord Europa i prezzi sono molto cari. È un albergo vicino alla stazione. Quando siamo arrivati abbiamo parcheggiato sulla strada e abbiamo preso i bagagli con i nostri vestiti lasciando nel pullmino le altre borse, tra cui appunto lo zainetto contenente le medaglie. Al mattino quando sono sceso in strada ho visto che per terra vicino al furgone c’erano dei vetri. Ho guardato e mi sono reso conto che c’erano stati i ladri. Ma al momento non ho neanche controllato tutto quello che c’era perché in fin dei conti avevamo portato le borse con i soldi in albergo».
Dopo qualche ora i sei ragazzi sono andati a sporgere denuncia in una vicina stazione di polizia. E quindi sono ripartiti. Dopo poco un brutto presentimento. Dice ancora Stefano Donat: «Mi sono ricordato dello zainetto, ho controllato e non c’era più. È stato un tuffo al cuore. Quelle medaglie erano la dimostrazione concreta del nostro impegno. Per ottenerle avevamo lottato fino all’ultimo portando in alto non solo la bandiera italiana ma anche il nome di Trieste».
Poi appunto l’arrivo in città con le lacrime agli occhi e la delusione. Dice ancora Stefano: «È vero abbiamo le foto, tutti sanno dei risultati, ma essere derubati proprio delle medaglie conquistate è stato un brutto colpo». Prosegue: «Abbiamo anche inviato una e-mail agli organizzatori della gara, ma fino a ieri non abbiamo avuto risposta». Quindi è arrivata la beffa dell’assicurazione. Spiega: «Quando siamo andati a restituire il pullmimo ci hanno consegnato una fattura di circa mille euro. Questo perché il mezzo non era stato assicurato con la Kasko. Ma noi di certo non lo sapevamo. I dirigenti ci avevano consegnato il pullmino il cui noleggio era stato pagato da uno sponsor. Per il resto e cioè vitto e alloggio ci siamo arrangiati. E pensare che alla partenza per la Svezia era venuta addirittura l’assessore Marchigiani a salutarci in rappresentanza del Comune...».
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