Deruba una disabile a Trieste, incastrata dai filmati
TRIESTE La sua impresa più disgustosa è stata quella di rubare il portafogli a una non vedente in sedia a rotelle. È stata arrestata Maria Levatovig, 59 anni, sangue nomade e passaporto italiano, originaria di Latisana ma residente a Trieste, vecchia conoscenza delle forze dell’ordine e dei magistrati di Foro Ulpiano, la cosiddetta “ladra gran signora” finita nel 2016 alla ribalta della cronaca per un roboante colpo messo a segno al buffet Benedetto di via Trenta ottobre in cui aveva “spazzolato” cinquemila euro contenuti nella borsetta rubata alla donna che lavorava dietro al bancone, dopo averla raggirata con un fare appunto gentile e aristocratico, da “gran signora”, andandosene poi per il Borgo Teresiano immortalata dalle telecamere di sicurezza.
Ad arrestarla, in forza di un’ordinanza di custodia cautelare del gip Luigi Dainotti emessa su richiesta del pm Cristina Bacer, sono stati i carabinieri, al termine di un’indagine-lampo sulle ultime imprese della donna che - per non farsi beccare - ha da molto tempo adottato la strategia dell’atteggiamento - posticcio - proprio da “gran signora”. Perché in effetti chi mai sospetterebbe di una donna elegante e raffinata dal portamento distinto e dall’abbigliamento ricercato? E così è stato. Perché (la data dell’episodio più disgustoso a lei contestato è quella del 18 luglio 2017) era entrata senza destare sospetti negli altri presenti nella guardiola di una dipendente non vedente del Comune all’interno della biblioteca di largo Papa Giovanni. A incastrare la “gran signora” - fino a consentire agli inquirenti di risalire a lei e arrestarla - erano state le immagini delle telecamere di sorveglianza che i carabinieri di via Hermet avevano poi confrontato con quelle del bar Liu di via Baiamonti. Qui il colpo risale al 15 maggio, due mesi prima. A subire il furto del portafogli era stata Barbara Clara Roberts, un’avventrice che quella mattina era andata al bar per un caffè.
E mai avrebbe sospettato che proprio la cliente che era vicina a lei le fregasse il portafoglio infilando la mano nella borsetta. Dentro c’erano banconote per alcune centinaia di euro, la carta d’identità, la tessera sanitaria, due bancomat e una carta di credito. La “gran signora” era stata abilissima, come poi hanno testimoniato le immagini dei filmati consegnati dalla titolare Liu Weijun ai carabinieri: si vede Maria Levatovig avvicinarsi alla vittima designata mentre questa sta uscendo dal locale. Le aveva parlato e poi le aveva sfilato il portafogli per nasconderlo poi dietro alla schiena. Infine lo aveva riposto nella propria borsetta. Durata dell’operazione: pochi istanti. Ieri davanti al giudice Dainotti, Maria Levatovig si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Con lei era presente il difensore, l’avvocato Paolo Codiglia. Poi è tornata in carcere, da dove era poco prima arrivata accompagnata da due guardie.
Nel mese di giugno del 2016 era già stata arrestata dalla polizia, in flagranza, dopo che la sua micidiale mano lesta aveva appena grattato tremila euro da un negozio del centro e altri 400 da un bar di via Diaz. L’episodio del buffet Benedetto, di qualche mese prima, era stato il più clamoroso. Aveva scambiato qualche battuta gentile con un rassicurante sorriso con la barista, aveva aspettato che la sua interlocutrice si distraesse, andasse magari per un momento in cucina, per prenderle la borsetta appoggiata dietro il bancone, dove sfortuna aveva voluto ci fossero proprio in quel momento gli incassi di più giorni, destinati di lì a poco a essere depositati in banca. Due settimane più tardi la ladra era tornata sul luogo del delitto, non proprio dentro il locale ma nei paraggi, ed erano stati gli stessi gestori a notarla e a chiamare il 113. Qualche minuto più tardi le erano piombate addosso un paio di pattuglie della Squadra volante ma dopo un paio d’ore passate in Questura era stata rilasciata, con una denuncia a piede libero. Ora invece è tornata in carcere. Sicuramente da “gran signora”.
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