Depuratore di Servola in funzione dal 2017
TRIESTE Il depuratore di Servola entrerà in funzione nel gennaio 2017 e, se questo cronoprogramma sarà rispettato, la procedura d’infrazione ambientale, “sparata” dalla Commissione Ue nel 2008, verrà finalmente superata. La conclusione definitiva dell’opera avverrà entro il 2018. Sono 190 mila i residenti interessati a quello che sarà l’impianto più grande del Friuli Venezia Giulia .
I lavori di bonifica nel sito ex Scalo legname sono già stati ultimati e sono stati asportati idrocarburi, amianto ecc. su una superficie di 20 mila metri quadrati. Nel giro di una ventina di giorni partirà il cantiere vero e proprio, dove opereranno le quattro aziende che hanno vinto la gara con l’offerta economicamente più vantaggiosa. Si tratta di Veolia, Degramont, Riccesi, Cmb: le prime due si occuperanno della parte impiantistica, l’altra coppia si concentrerà sui lavori edili.
L’importo complessivo arriva a 52,5 milioni, 8 milioni hanno coperto i costi di bonifica, per cui adesso ne verranno impiegati oltre 44: 30 milioni giungono dai fondi Ue per lo sviluppo e la coesione, una quindicina dalla Regione come da delibera giuntale 639/2014.
Grandi, metaforiche pacche sulla schiena ieri mattina nell’ex palazzo lloydiano in piazza Unità, dove Regione Fvg, gruppo Hera, enti locali triestini hanno riepilogato i termini del progetto. Con un generale sospiro di sollievo, «perchè - ha compendiato il sindaco Roberto Cosolini - un esito favorevole non era affatto scontato e perchè fino al 2013 tutto era ancora in stallo».
Per l’utility che ha il quartier generale a Bologna e che controlla AcegasApsAmga, era presente l’amministratore delegato Stefano Venier, cui premeva inserire l’operazione Trieste nel quadro di un più ampio intervento risanatore dell’Adriatico settentrionale. Calcolando Servola, il depuratore Santa Giustina di Rimini (potenzialità per 560 mila abitanti) e l’impianto di Cà Nordio al servizio del territorio padovano (200 mila abitanti) - ha spiegato il manager di Hera - saranno investiti circa 230 milioni: la gran parte (154 milioni) riguarda la costa romagnola.
A sostegno di questo inedito gemellaggio all’insegna dell’Amarissimo, una sorta di video-messaggio con la partecipazione del primo cittadino riminese Andrea Gnassi. La media nazionale stima un investimento pro-capite di 30 euro nel ciclo idrico, a Trieste «questa opera sfidante - ha concluso Venier - innalzerà per un quinquennio il livello a 90 euro».
Dal punto di vista tecnico la descrizione progettuale è stata appannaggio del direttore generale di AcegasApsAmga, Roberto Gasparetto, che ha sequenziato in sette passaggi l’esecuzione dell’intervento: nuova grigliatura fine, nuova vasca di prima pioggia, nuovo trattamento primario, su pacchi lamellari e sedimentazione fanghi, trattamento biologico con nitrificazione su biofiltri, trattamento biologico con predenitrificazione su biofiltri, trattamento biologicp con defosfatazione post-denitro su biofiltri, disinfezione finale a Uv. Il progetto viene considerato unico nel suo genere in Italia e la novità più rilevante riguarda il trattamento biologico a terra.
Onori di casa a cura dell’assessore regionale all’Ambiente Sara Vito. Tre i punti dirimenti sottolineati nella sua introduzione: il nuovo depuratore è importante sotto il profilo ambientale perchè realizzato con tecnologie innovative; è importante sotto il profilo dei rapporti con Bruxelles, perchè verrà a capo di una procedura che si trascina da 7 anni; è importante sotto il profilo economico perchè muove risorse, attiva l’indotto, rianima l’occupazione.
Vittorio Zollia, assessore provinciale all’Ambiente, ha evidenziato il buon risultato della collaborazione pubblico-privato, che ha consentito di accostare bonifica dei terreni e nuovo impianto.
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