Denunciati due furbetti dei fondi taglia affitti

Avevano concordato la redazione di un atto fasullo per intascare contributi pubblici. Un contratto di locazione con il quale poter accedere ai fondi taglia-affitti. Così sono riusciti ad ottenere una somma complessiva di 1.950 euro. La vicenda risale al 2016, tra aprile e agosto. Ai controlli degli Uffici comunali erano emersi i sospetti. Nel corso dell’iter circa la richiesta dei contributi, peraltro, era stato eseguito un sopralluogo, dal quale erano scaturite chiare incongruenze. Il tutto culminato nella segnalazione all’autorità giudiziaria. Nell’ambito delle verifiche era emerso un altro elemento: il timbro dell’Agenzia delle Entrate in ordine al versamento della tassa di registro riportava una data antecedente rispetto alla sottoscrizione del contratto di locazione. Il sigillo in realtà era stato apposto in un pregresso atto regolamentare.
Un falso, dunque, evidentemente funzionale alla truffa. Perchè i due, T.L. e V.W., all’epoca entrambi residenti in città, sono stati rinviati a giudizio durante l’udienza preliminare tenutasi al Tribunale di Gorizia il 12 giugno. Le ipotesi d’accusa sono quindi quelle di truffa per aver presentato un contratto d’affitto fittizio al fine di appropriarsi di contributi non dovuti, nonché di falso in relazione alla contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione. Il processo davanti al giudice monocratico è stato fissato per l’11 dicembre.
Secondo l’accusa, dunque, i due uomini, affittuario e locatore, avrebbero sottoscritto il contratto d’affitto per un’effettiva abitazione situata a Monfalcone, in virtù della richiesta dei contributi, previsti dalla legge regionale, a sostegno del canone. Un affitto sulla carta. E quando s’è trattato di procedere con il versamento della tassa di registro del contratto, è stato utilizzato il timbro dell’Agenzia delle Entrate, in una sorta di “copia incolla” da un documento regolamentare. Il Comune di Monfalcone s’è costituito parte civile ai fini del recupero della somma ed il relativo risarcimento dei danni. A rappresentare l’ente locale è l’avvocato Paolo Coppo. A ridosso dell’udienza preliminare, con delibera di giunta è stato infatti disposto di «provvedere alla costituzione di parte civile dell’ente locale davanti al Tribunale di Gorizia, che vede imputati i signori T.L. e V.W., in considerazione dello svolgimento dei fatti a danno del Comune».
E di «autorizzare il sindaco, legale rappresentante dell’ente, a stare in giudizio, in nome e per conto del Comune di Monfalcone», nel relativo procedimento penale. Il tutto disponendo la nomina di un legale per l’affidamento dell’incarico al quale «verrà attribuita ogni facoltà di legge e pieni poteri di rappresentanza e delega», recita sempre la delibera giuntale. Incarico quindi affidato all’avvocato Coppo. Un atto immediatamente eseguibile in vista dell’udienza preliminare del 12 giugno, dove contestualmente al rinvio a giudizio dei due imputati l’ente locale s’è costituito parte civile.
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