«Dentisti pagati meno di una inserviente»

L’Ordine sta scrivendo un nuovo codice di deontologia medica. La categoria vuole contare di più
Lasorte Trieste 12/04/2014 - Convegno organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Trieste intitolato " Verso il nuovo Codice Deontologico "
Lasorte Trieste 12/04/2014 - Convegno organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Trieste intitolato " Verso il nuovo Codice Deontologico "

«Giovani dentisti pagati 7-8 euro all’ora da gruppi “low cost” che si fanno smodata pubblicità: meno di una donna delle pulizie». Lo ha denunciato Diego Paschina, presidente della categoria odontoiatrica, ma la discussione sul nuovo “Codice di deontologia medica” ora in scrittura, organizzata dall’Ordine dei medici, ha dato l’altro giorno una spietata immagine di come la categoria si percepisce: gli esperti chiamati dal presidente Claudio Pandullo hanno messo in dubbio il ruolo “autonomo” del medico stretto fra diktat economici, potere professionale degli infermieri e ruolo meno subalterno del paziente che esprime “consenso informato alle cure” e mostra di saperne più del dottore. I medici si sono chiesti che cosa è una cura, se il paziente è ancora tale o è “utente, cliente, persona, cittadino”, se sia lecito dire “disabile”, se la Medicina sia passata “da missione a professione, a mestiere a lavoro”. In sostanza i camici in crisi rivendicano «più autorevolezza». Con un invito a partecipare, per non doverle subìre, alle decisioni politiche. Nuovo piano sanitario regionale compreso.

Ma in campo ci sono problemi etici scottanti: fecondazione eterologa, Dat, aborto e obiezione di coscienza. Paolo Pesce, medico di famiglia esperto di bioetica ha chiesto paletti chiari: «Il Codice si vuol togliere la parola “eutanasia”, ma cambiarne il nome è già prevederla. Non va scritto “identità di genere” (concetto filosofico e ideologicamente connotato), ma “sesso”, che è biologico». E, a proposito, alla fine è saltata su Daniela Gerin, medico dell’Ass1 e consigliere comunale (Sel): «Un convegno con assenza totale di persone femminili». «Ho dimenticato le quote rosa», ha sorriso Pandullo, da moderatore.

I primi sussulti problematici sono venuti da Maurizio Scassola, coordinatore degli Ordini del Triveneto, consigli su come riscrivere il Codice hanno dato i cardiologi Fulvio Camerini e Gianfranco Sinagra (che chiede la “misurazione” dei risultati di salute prodotti dai medici, unica difesa dai parametri economicistici), da Aureo Muzzi, medico e consigliere comunale Pd, Paolo Goliani, responsabile della Medicina legale dell’Ass1, Franco Rotelli (ex manager dell’Ass1, a capo della commissione regionale sanità), critico perché la deontologia sta escludendo l’obbligo del medico a procurare buone politiche sociali e ambientali («il degrado non porta salute»). Forti indicazioni anche da Carlo Scorretti che insegna Medicina legale, Giuseppe Toffoli del Comitato per la bioetica del Burlo e farmacista al Cro, Lorenzo Ventre, psichiatra. Dino Trento, vicepresidente dell’Ordine e al vertice provinciale del sindacato Fimmg, ha denunciato l’intrusione negli ambulatori delle strutture di governo sanitario e il fatto che il cittadino, se passeranno nuovi accordi nazionali, perderà l’unica libertà: scegliersi il medico di famiglia. (g. z.)

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