Dentisti “in rosso”. Anche se offrono rate

Paschina: «Ma chi va all’estero prende molti bidoni». La Croazia offre cure scontate più casa con vista

Meno 30-40%. Quasi dimezzati i “clienti dei dentisti”, gli unici che lavorano solo in privato. Come se i denti non fossero salute pubblica. Cure costosissime, dal dentista non ci va. Si salvano i conti familiari, e vanno in rosso quelli dei medici.

«Un nostro studio, anche stando con le mani in mano - confessa il presidente degli odontoiatri in seno all’Ordine dei medici Diego Paschina - costa quasi 150 euro all’ora, tra affitti, stipendi, Tfr, quattordicesime, macchinari, luce, tasse, qualcuno chiude e qualcuno è in seria difficoltà economica». A Trieste non c’è solo la crisi, ma anche la concorrenza della Croazia. Stretti fra due fuochi, i dentisti si arrabbiano con tutti, anche coi pazienti che non ragionano in termini di prevenzione, molto meno costosa.

E la tv con «Striscia la notizia» li poi ha mandati su tutte le furie. Ha pubblicizzato i dentisti croati tanto a buon prezzo, e l’Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) ha diffuso comunicati di fuoco. Ma l’altro giorno proprio uno studio croato si pubblicizzava sul nostro giornale annunciando il «70% di sconto». E offrendo, in caso di cure lunghe, soggiorni vista mare in villette sull’isola di Veglia sotto il titolo (un po’ sfacciato in verità) di “Turismo dentale”.

Tra questa concorrenza dovuta a minori tassazioni e paghe degli assistenti di studio inferiori, e la crisi devastante delle famiglie, il dentista dunque resta per così dire nudo: 300 i professionisti a Trieste, più della media che sarebbe standard rispetto alla popolazione. Dice Paschina: «Un collega si è informato se per i nostri dipendenti esiste la cassa integrazione, “non posso pagarli, non posso licenziarli, ma sto andando in rosso”. Molti studi hanno già chiuso, i giovani vanno a chiedere lavoro e non aprono l’attività, molti sono i pazienti che non pagano, anche se noi da tempo - prosegue Paschina - abbiamo alle spalle le finanziarie. Offriamo prestiti “a tasso zero”, proprio come le concessionarie di automobili...».

Secondo Paschina all’estero i pazienti prendono molti “bidoni”, per via di materiali di ortodonzia non originali ma clonati, che poi a volte si rompono: «Vengono a raccontarmi che il dentista di fronte alle proteste li guarda con un sorrisetto: “Mi faccia causa”. Ma chi va a infilarsi in una causa internazionale? Il problema - prosegue il medico - è che non passa l’idea che basta poco, e spendere poco, per mantenere una bocca sana, invece qui tutti vogliono “il sorriso di Silvio” (Berlusconi, ndr) come il telefonino di ultima generazione, e preferiscono correre rischi all’estero, dove il malcapitato viene invitato a sottoporsi magari a tre interventi di cui due inutili. Il “low cost” infine è spesso molto vicino a una truffa: al momento di pagare ti mettono in conto l’anestesia, la sutura, mille altri dettagli, e alla fine il conto è quasi quello italiano».

Un altro problema, dice Paschina, è che sulla salute dentale tutti restano sordi: «Abbiamo proposto informazione nelle scuole, ci rispondono che manca il tempo». Però la laurea in Odontoiatria è sempre affollata. E si dice che alcuni papà dentisti, se il figlio non supera il test d’ingresso, sono disposti a pagare una università all’estero, in Spagna ma anche a Tirana, pur di allevare un erede. Così il numero dei dentisti continua a salire, e il numero dei pazienti a scendere. (g. z.)

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