Demoliti controsoffitti e pareti per riparare la Risonanza

È molto grande. Ma soprattutto pesa uno sproposito, quasi cinque tonnellate. Per sostituire il magnete (guasto) dell’apparecchiatura per la risonanza magnetica sarà necessario effettuare tutta una serie di interventi molto intrusivi e onerosi al San Giovanni di Dio di via Fatebenefratelli: dalla demolizione con successiva ricostruzione di alcune pareti interne per permettere il passaggio alla demolizione (e rifacimento) dei controsoffitti, dal puntellamento di tutti i solai dove passeranno i magneti alla sostituzione del tubo di quench con uno nuovo certificato e di diversa realizzazione in base anche alla nuova normativa vigente.
Non interventi banali e che costringeranno a mettere sottosopra un’ala dell’ospedale ma non c’erano alternative. I lavori propedeutici sono stati affidati alla ditta Tsb srl di Legnaro (Padova) per un importo complessivo di 30 mila 170 euro più Iva. Per fortuna, non dovrebbero esserci costi aggiuntivi perché la Philips, si legge nella determinazione 132 del 18 febbraio, provvederà alla sostituzione del magnete «all’interno del contratto di garanzia in essere».
Ma quando termineranno i lavori e, soprattutto, quando tornerà ad essere disponibile la risonanza magnetica per l’utenza? L’Azienda sanitaria Bassa Friulana-Isontina parla del 19 marzo «ma non a pieno regime», nel senso che ci vorrà un periodo di rodaggio.
«La sostituzione del magnete – ha spiegato di recente la stessa Aas – necessita di tempistiche piuttosto lunghe dovute innanzi tutto al fatto che il magnete deve essere ordinato, successivamente ai lavori di sostituzione veri e propri (demolizione delle pareti della sala e della gabbia di Faraday, rimozione del vecchio magnete, posizionamento del nuovo magnete, lavori di ripristino della gabbia di Faraday e delle pareti), ed infine al periodo di riattivazione del magnete».
Va ribadito che la movimentazione del magnete è una operazione delicata in quanto l’apparecchiatura pesa quasi 5 tonnellate. «Per far fronte a questa grave criticità la Radiologia di Gorizia, in collaborazione con il Centro unico di prenotazione (Cup) locale, si è attivata per inviare in altre sedi i pazienti ambulatoriali, che avrebbero dovuto effettuare gli esami di risonanza magnetica durante tale periodo, cercando di ridurre al minimo il loro disagio. Contemporaneamente c’è stato l’importante supporto della Radiologia di Latisana che si è fatta carico dei pazienti ricoverati che necessitavano della Rnm, con l’apertura di sedute pomeridiane effettuate anche con la collaborazione dei radiologi di Gorizia».
Come si ricorderà, l’acquisto della risonanza magnetica fu una corsa ostacoli che riempì le cronache locali. Per mesi si lavorò per acquistare un’apparecchiatura transfrontaliera assieme alla vicina Slovenia, poi non se ne fece nulla perché l’ospedale di Sempeter Vrtojba optò per l’acquisto autonomo del macchinario.
L’attrezzatura, dicevamo, è ormai invecchiata, nel senso che venne inaugurata in via Fatebenefratelli nell’ormai lontano 2006, quando ancora il nuovo San Giovanni di Dio non era ancora aperto. A vincere l’appalto fu la Philips che fornì un’attrezzatura da 1,5 Tesla, una delle più potenti e moderne in commercio. —
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