Demolita l’ex caserma Amadio
CORMONS. Ormai ci siamo quasi. Il conto alla rovescia è cominciato: mancano davvero poche settimane al momento in cui, provenendo dal sottopasso Saldarini, la visuale sarà direttamente il monte Quarin sullo sfondo ed un enorme spiazzo laddove oggi ci sono le mura della caserma. Quante settimane, per l'esattezza, lo si saprà domani mattina nel vertice che amministrazione comunale, tecnici comunali e ditta faranno sulla fase conclusiva dei lavori nell'area dell'ex caserma Amadio.
Un sopralluogo si è svolto ieri pomeriggio: ad accompagnare l'assessore ai lavori pubblici Paolo Nardin e l'assessore all'ambiente Lucia Toros c'era anche "Il Piccolo" a documentare la situazione dopo due mesi di lavori. All'interno dei sei ettari e mezzo dell'ex sito militare ormai in piedi è rimasto davvero poco: tanti alberi innanzitutto, quelli che delimiteranno su due lati il parcheggio della piazza d'Armi e quelli che accoglieranno quelli che saranno poi trapiantati per creare il parco urbano. E poi i due edifici che circondano sugli altri due lati la stessa piazza d'Armi: la palazzina dormitorio e la palazzina comando. Dei veri e propri obbrobri urbani, del tutto decadenti e pericolanti, ma tant'è: la Sovrintendenza non ha voluto sentire ragioni, le due strutture devono restare in piedi per motivi storico-architettonici.
«Ma se, come si è sentito dire - sottolinea l'assessore ai lavori pubblici Paolo Nardin - la Sovrintendenza dovesse passare in un futuro non troppo lontano sotto il controllo della Regione, ci muoveremo immediatamente per chiedere all'amministrazione Serracchiani di poterli abbattere: sono un pericolo per i passanti e hanno costi di manutenzione insostenibili. Tenerli in piedi è un'assurdità, ma abbiamo dovuto adeguarci ai dettami della Sovrintendenza, con cui non c'è mai stata possibilità di discussione». Tutti gli altri edifici invece sono già stati o saranno abbattuti: in piedi al momento restano solo il magazzino automobilistico, che è in fase di demolizione ed entro la fine della settimana non ci sarà più, e le strutture parallele a via Gorizia, che saranno i prossimi obiettivi delle ruspe e cadranno entro un mese al massimo. Poi, c'è da risolvere il dilemma sul destino di quelle parallele a via Madonnina, ma anche il loro destino è segnato.
«Nei prossimi giorni firmeremo una delibera di giunta che deciderà se mantenerle in piedi, come da idea originaria, o se abbatterle per motivi di sicurezza - evidenzia Nardin - la nostra intenzione è demolire l'edificio immediatamente prospiciente al sottopasso Saldarini, mantenere in piedi quello attiguo che è in condizioni abbastanza buone, e distruggere gli altri due situati accanto, che sono abbastanza fragili». Resterà invece su tutta l'area parallela a via Milano: diventerà un'area edificabile e chi l'acquisterà provvederà ad abbattere tutto. Giù così è andato tutto il resto: l'altra palazzina dormitorio, sotto la quale sono ora visibili le fondamenta in cemento, la palazzina degli ufficiali, a sinistra della palazzina comando, e l'edificio centrale che ospitava anche la barberia, oltre a tutti i depositi militari in ferro.
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