Le sirene, il silenzio e poi il boato: demolita una delle ultime ciminiere di Trieste
Fatta brillare la torre dell’ex Italcementi di via Caboto. Poco dopo le 11 il silenzio è stato squarciato da un forte boato, al quale è seguito l’applauso delle decine di curiosi presenti
Tre sirene di avviso, il silenzio e poi il boato: così alle 11.01 di oggi, domenica 22 dicembre, è andato giù l’ultimo baluardo della vecchia industria di Trieste per far spazio alle attività del futuro.
La ciminiera dell’ex Italcementi di via Caboto è stata fatta brillare con micro cariche di esplosivo: in pochi secondi l’imponente camino bianco e rosso, alto più di 70 metri, è crollato al suolo, tra gli applausi delle decine di curiosi presenti, tra cui diversi bambini. Quella dell’ex cementeria era l’ultima ciminiera rimasta a Trieste.
L’operazione, alla quale ha assistito anche il sindaco Roberto Dipiazza, ha richiesto il coordinamento di istituzioni, forze dell’ordine e Polizia locale, con la momentanea chiusura delle uscite della Grande viabilità.
La torre è caduta su un cuscinetto di materiale inerte (alto 3 metri) predisposto per attutire il colpo all’interno dell’ex area industriale.
Un simbolo abbattuto a malincuore, secondo l’imprenditore veneziano Giovanni Rocelli, proprietario dell’area insieme al triestino Roberto Tassi. «Ci sarebbe piaciuto lasciare in piedi la ciminiera come testimonianza storica – assicura – ma questo ci avrebbe impedito di ottimizzare lo spazio. Conserveremo però la palazzina che ospitava gli uffici e la foresteria».
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