Democratici al congresso con candidati insufficienti
Due liste a sostegno del candidato unico Stefan Cok con un buco. Gli undici congressi di circolo del Partito democratico di Trieste, in programma dal 23 ottobre al 6 novembre, partono con un’anomalia. Il listone (numero 1), dal titolo che è un programma (“Unito e rinnovato”. Il Pd che vogliamo”), si ferma a 77 nomi. L’assemblea provinciale, che sarà eletta dai congressi, arriva a 80. In soccorso per fortuna c’è il listino (numero 2) “rock” (“Rock around the Cok” come l’ha ribattezzato Pietro Faraguna a cui va la paternità della definizione) con 24 nomi sparsi su 8 circoli (nessun candidato per l’Altipiano Ovest, San Dorligo della Valle e Sgonico Monrupino). Almeno due buchi riguardano l’Altipiano. Si fa notare l’assenza in lista di Giorgio Zeriali, il vicepresidente della circoscrizione Altipiano Ovest. «Verranno ripescati alcuni candidati dell’altra lista» spiega il segretario. Il problema è che non si votano i nomi ma solo la lista, una specie di Porcellum a uso interno. In ogni caso l’assemblea provinciale dovrà essere di 80 componenti come previsto dallo statuto. Una enormità se paragonata agli iscritti attuali che sono tra i 500 e i 600 secondo il segretario (appena 400 secondo altri). L’anno scorso erano 700. Mille quelli dei tempi d’oro del Pd. Le due liste congressuali a sostegno di Cok mettono assieme 101 nomi (un numero nefasto per il Pd, visto che si tratta dei voti che sono mancati a Romano Prodi). Praticamente un quarto (nell’ipotesi peggiore) o un quinto (nell’ipotesi migliore) degli iscritti.
“Ripartiamo da qui”, il nome che si è dato il listino “rock”, potrebbe essere un programma impegnativo. Si evoca un nuovo inizio dopo quello che è successo a livello nazionale col siluramento di Prodi, la rielezione di Napolitano e le larghe intese. «Che a noi vanno strette» speiga Franz Foti, l’ideatore dei Gattini per Civati che si è speso per una seconda lista assieme a Faraguna per evitare almeno la noia di un congresso bulgaro. La lista due è zeppa di civatiani (il coordinatore Leo Brattoli, il consigliere comunale Stefano Beltrame, l’ex segretario Fabio Omero, l’editore Giancarlo Stavro Santarosa, Lucia Barbo), ma accoglie anche qualche renziano (Maila Mislej) e diversi non schierati come Maria Grazia Cogliati Dezza e Faraguna. Non ci sono cuperliani manifesti. C’è un Monti ma non proviene da Scelta Civica. Nel listone “unito e rinnovato. Il Pd che vogliamo” (un ossimoro) ci stanno tutti assieme appassionatamente. I reduci renziani Aureo Muzzi e Walter Godina con i renziani dell’ultima ora come l’assessore Antonella Grim, i consiglieri comunali Alessandro Carmi e Mario Ravalico, il giovane rampante Giancarlo Ressani e il cattolicissimo Silvano Magnelli. Ci sono poi i cuperliani (rari nonostante le origini triestine di Gianni Cuperlo) come Giovanni Barbo (con il padre Tarciso), la passionaria Laura Marcucci, la portavoce xdi Francesco Russo Giuliana Tonut (schierata nonostante l’indecisione del senatore), il giovanissimo Andrea Abrami e il giurassico Giorgio Rossetti. E ci sono anche i civatiani irregolari come l’architetto Giovanni Damiani, il giovane segretario del circolo di Opicina Matej Iscra, Giovanni Forni e forse Marino Pittoni. Non si segnalano pittelliani. Ci sono poi i molti non ancora schierati (sull’esempio del segretario Cok). Quelli che prima di decidere vogliono leggere le mozioni come il sindaco di Muggia Nerio Nesladek, l’assessore triestino Laura Famulari, l’ex presidente dell’assemblea Giancarlo Patuanelli. Il capogruppo Giovanni Maria Coloni si schiererà per ultimo. Come sempre. C’è anche il neassessore Roberto Treu che, a vent’anni di distanza dalla Lega democratica, ha ritrovato la passione politica. Questione di aggettivi. Ci sono poi le quote rosa con Maria Stella Malafronte, Anna Maria Mozzi ed Ester Pacor che ormai si candida a tutto. Una certezza dai tempi del Pci.
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