Dem in corsa in Fvg, pronti i nomi per Trieste e Gorizia
Sì a Russo, Cosolini e Grim. Nel capoluogo giuliano manca solo una casella. Caccia alla coalizione, dialogo aperto. Spaccatura in LeU sulla via da seguire
Roberto Cosolini e Francesco Russo
UDINE. A caccia dei nomi migliori per le liste, e di un allargamento del perimetro in cui si fatica a inserire la sinistra. Anche perché in casa LeU la spaccatura è evidente tra chi è tentato di aprire una trattativa e chi invece non ne vuole nemmeno sentir parlare.
Il Pd Fvg targato Salvatore Spitaleri si è messo in moto in prospettiva regionali, l’ultima chance per rovesciare un trend da incubo. Nel tardo pomeriggio a Trieste l’assemblea provinciale ha definito i nomi della lista, proposti in stretto ordine alfabetico nell’attesa, anche sulla base delle scelte delle altre province, che l’assemblea regionale, in programma domenica prossima, fissi il criterio definitivo. La lista del capoluogo conterrà 9 candidati, 8 dei quali sono stati approvati (l’ultimo verrà aggiunto domenica). Si tratta innanzitutto dei tre big: l’ex senatore Francesco Russo, l’ex sindaco Roberto Cosolini e l’ex segretaria regionale Antonella Grim. In corsa per un posto in piazza Oberdan anche gli uscenti Franco Rotelli e Stefano Ukmar, quindi la dirigente scolastica Ariella Bertossi, la dem muggesana Fiorella Macor e il medico Sergio Omero, fratello di Fabio, già assessore della giunta Cosolini. «Uomini e donne capaci, per fare il “bene comune” – assicura Melania Salina, vicesegretaria provinciale –. C’è molta voglia di tornare a essere capaci di interpretare le grandi correnti di opinione, le grandi aspirazioni della gente».
Stesso rito in provincia di Gorizia (mentre Pordenone provvederà oggi e Udine giovedì). Silvia Caruso, segretaria del Pd di Gorizia, al via di un’assemblea ieri dopo l’ora di cena, precisava che, nel rispetto dei tempi per il deposito delle candidature, venerdì scorso, sono stati presentati 5 nomi regolarmente appoggiati da un minimo di 15 a un massimo di 25 firme di non meno di 3 circoli diversi del territorio. L’assemblea ha così votato un elenco formato dall’assessore all’Ambiente Sara Vito, dal capogruppo in Consiglio Diego Moretti, dal ventiquattrenne Marco Della Gaspera, dall’esponente della minoranza slovena Josko Terpin e dall’assessore alle Politiche sociali di San Canzian d’Isonzo Deborah Marizza, direttrice della casa di riposo triestina Pro Senectute. «Siamo al lavoro per liste che siano un mix di esperienza e novità, competenze politiche e della società civile», sintetizza il neo segretario Spitaleri.
Nell’attesa di chiudere il cerchio in assemblea – occasione anche per la nomina del presidente, si fa il nome del consigliere regionale Franco Codega –, il segretario ha fatto il suo esordio ieri al Nazareno in direzione nazionale, ma già domenica si era mosso, assieme a Moretti, per incontrare una delegazione di LeU, formata da Carlo Pegorer e Massimiliano Pozzo per Mdp, Marco Duriavig per Sinistra italiana, Federico Buttò per Possibile e l’ex civatiano Leo Brattoli. «Con il passare delle ore – commenta ancora Spitaleri –, sulla base di una condivisione programmatica attorno a Sergio Bolzonello, prende forma una coalizione con Cittadini, Open Fvg e Slovenska Skupnost. L’incontro con LeU? Mi pare si sia aperto un dibattito importante al loro interno. Lo seguiamo con rispettosa attenzione, ribadendo l’importanza di costruire da subito un centrosinistra largo, plurale, aperto alle istanze più profonde di equità, sicurezza e futuro che viene dalle elezioni politiche».
Le anime di LeU sono effettivamente a confronto. Pegorer, che parla di incontro «assolutamente interlocutorio», ma ammette che uno sforzo da parte del Pd di venire incontro ai nodi programmatici c’è stato, spiega che, «nella rispettiva autonomia dei movimenti interni al partito di Pietro Grasso, si cercherà di perseguire un disegno comune». L’ostacolo, non forse per Mdp quanto per Si e Possibile, rimane la candidatura di Bolzonello. «Per noi rimane un limite invalicabile – dichiara Duriavig, contattato al telefono proprio da Grasso per un punto della situazione –: il vice Serracchiani non può rappresentare la necessaria discontinuità rispetto alla legislatura che sta finendo». Tutte le opzioni restano dunque aperte, ma è difficile immaginare che LeU nel suo insieme possa sostenere l’aspirante governatore del Pd. La strada principale, sempre secondo Duriavig, è quella di una corsa solitaria con un candidato presidente, sia Mauro Travanut o qualche altro esponente della sinistra.
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