Delizie elleniche e francesi nei nuovi spot gourmet

Aperti “Sapori Greci” in corso Italia e “Le Comptoir de Mathilde” in Viale. La gastronomia servirà presto a domicilio. Golosità parigine da Sandrine
La vetrina di "Le Comptoir de Mathilde" in Viale
La vetrina di "Le Comptoir de Mathilde" in Viale

TRIESTE Un boccone ci salverà. Ci credono, ci devono credere quanti operano nella ristorazione e nella gastronomia, alle prese con una crescita numerica del comparto che non si era mai vista negli ultimi 50 anni almeno. Tra nuovi takeaway, botteghe del gusto, ristoranti, ristorantini e osterie ritrovate c’è in giro un dinamismo quasi newyorchese. Che poi non tutto vada sempre liscio o si riveli un buon investimento, è un altro discorso. Resta il fatto che le inaugurazioni si susseguono a ritmo vertiginoso.

Nei giorni scorsi si sono alzate le serrande su due nuove, centralissime attività: l’apprezzata taverna “Sapori Greci” di via Crosada, in Cittavecchia, si è dotata di una gastronomia non meno strategica, in corso Italia, molto vicino all’incrocio con piazza Goldoni, mentre è una novità assoluta questo “Le Comptoir de Mathilde”, autentico dispensatore di delikatessen francesi, posizionato all’inizio del Viale, in largo Bonifacio, proprio davanti ai mascheroni e alla fontana.

 

le dipendenti di "Sapori greci"
le dipendenti di "Sapori greci"

 

In entrambi i casi si tratta di iniziative di cittadini stranieri, un greco e una francese di Parigi, che vivono da qualche anno in città. Interessante la storia di Mihalis Dalampela che, approdato qui per lavoro, non si è più mosso e gestisce il locale in una vera impresa di famiglia che comprende anche il fratello Stavros, moglie e suocera.

E proprio al concetto familiare di attività, assicura, è legato anche questo “sdoppiamento”. «Anche se abbiamo ormai un rassicurante giro di clienti fissi - racconta - dovevamo far fronte al calo fisiologico di affari della brutta stagione. E dunque, piuttosto che dover fare a meno di qualcuno dei miei 15 dipendenti ho preferito dirottarne alcuni su corso Italia. Col risultato di farli contenti ma anche di avere una vetrina privilegiata dove conoscere i nostri piatti, magari portarseli a casa e, un domani, venire ad assaggiarli direttamente nella casa madre». I piatti, in effetti, sono fondamentalmente gli stessi che si trovano nella taverna, anche se, nella scelta del menù, sono stati ovviamente privilegiati quelli più “compatti”. Via libera, dunque, alla sempiterna Mussakas (timballo di melanzane con carne macinata e besciamella), agli stuzzicanti Aghinares alla polita (carciofi stufati con carote e piselli), alla Sarmadachia (involtini di foglie di vite ripieni di riso ed erbe aromatiche), alle Sutzukakia da Smirne (polpette speziate con sugo al pomodoro e riso al vapore) e un’altra decina di portate di pronto consumo. Prezzi decisamente modici, con l’ipotesi, già in dirittura, di arrivare entro il mese alla consegna a domicilio tramite la catena “Just Eat”.

Elegante e decisamente francese (nè poteva essere diversamente...) l’immagine visiva con cui si presenta “Le Comptoir de Mathilde”. La sua proprietaria, Sandrine Corbel, è una parigina approdata da due anni a Trieste. Lavorava in tutt’altri contesti ma è stata attratta dalla location e dalla possibilità, invero singolare, di aprire con questo suo negozio la prima bottega della catena in Italia. Operando con la formula del franchising sono stati aperti 35 negozi in Francia, 2 a Bruxelles, uno a Barcellona e, adesso, quello nostrano. All’interno, tra le belle scaffalature, ci si può giostrare tra golosità dolci e salate. Una salto ghiotto tra vari tipi di cioccolato, notevoli praline e altri tipi di dolci francesi.

Nelle parte salata una parte di riguardo la occupano le classiche “terrine” e i patè di tipologie diverse, ma sono presenti anche senape, da quella di Digione ad altre meno note, le creme spalmabili salate che, racconta Sandrine, sono alla base del successo del marchio, nonchè olii, aceti erbe aromatiche e alcuni tipi di sali particolarmente raffinati. L’approccio con la clientela sembra già buono, vista la nota curiosità dei triestini e di sicuro diventerà ottimo quando, nel periodo delle feste natalizie, sarà tempo di “regalini” sfiziosi.

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