Delitto, un trapano per aprire la cassaforte

Si stringe, seppur lentamente, il cerchio sul bandito che ha spinto e gettato sul pavimento della villetta di Strada per Longera, Bruna Cermelli provocandone la morte.
Ieri è emerso un nuovo particolare che consente ai carabinieri di indirizzare le indagini su un preciso obiettivo. Il particolare emerso è quello del trapano che sarebbe stato utilizzato per tentare di aprire la cassaforte sistemata all’interno dell’armadio. Per forzarla, senza risultato, è stato utilizzato appunto questo apparecchio. Di cui, da anni, si servono i cosiddetti ladri delle ville. In pratica utilizzano il trapano per aprire le finestre delle case da svaligiare inserendo la punta all’interno del meccanismo. Questa volta invece l’apparecchiatura è stata usata per cercare di aprire la cassaforte. La serratura ha resistito, ma a testimonianza dell’azione è rimasto un foro della profondità di alcune decine di millimetri. E le indagini coordinate dal pm Massimo De Bortoli puntano proprio in questa direzione. Quella dei predoni giunti dall’est che già in passato hanno seminato paura tra gli abitanti soprattutto dell’Altopiano.
Con gli ultimi elementi la ricostruzione è stata ulteriormente chiarita. I carabinieri sono convinti che Bruna Cermelli si sia accorta della presenza del malvivente dal proprio rumore, o meglio, dal fruscio dell’azione del trapano sul metallo. Mercoledì 13 attorno alle 18 l’anziana disabile si trovava in un’altra stanza, probabilmente in cucina. Quando nel silenzio ha all’improvviso udito il rumore proveniente dalla camera da letto, lentamente si è avviata verso la camera appoggiandosi al deambulatore, una sorta di supporto meccanico che le consentiva di stare, seppur con difficoltà, in piedi.
Quando è arrivata nella stanza da letto si è trovata di fronte al bandito il quale, secondo quanto emerso fin ora dalle indagini e in particolare dall’autopsia eseguita martedì dal medico legale Fulvio Costantinides, l’ha strattonata e poi l’ha spinta facendola cadere violentemente sul pavimento. L’uomo, secondo quanto rilevato nel primo sopralluogo all’interno della casa, era solo. Infatti, sarebbero state rilevate molte tracce e impronte riconducibili a una sola persona. Ma questo, secondo gli investigatori, non significa, che non ci fossero uno o più complici. È probabile che un altro bandito sia rimasto all’esterno o addirittura vicino alla porta della casa e che poi sia fuggito quando Bruna Cermelli ha urlato alla vista dell’altro che stava operando con il trapano sulla porta della cassaforte. Oppure, in modo più accorto, non abbia lasciato tracce o impronte leggibili dagli investigatori.
Questa mattina intanto arriveranno nella villetta di Longera gli esperti del Ris. I carabinieri del reparto investigazioni scientifiche effettueranno una serie di particolari accertamenti che integreranno quelli effettuati subito dopo il ritrovamento del cadavere di Bruna Cermelli. Per questi accertamenti utilizzeranno le tecniche più sofisticate tra cui quella del luminol.
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