Delitto Novacco, il Comune si costituisce parte civile
Il Comune di Trieste stavolta non starà a guardare. L’amministrazione, su proposta del sindaco Roberto Cosolini, ha deciso di costituirsi parte civile nel processo contro Giuseppe Console e Alessandro Cavalli per l’omicidio di Giovanni Novacco, torturato e dato alle fiamme nell’agosto scorso in uno stabile abbandonato del rione di Roiano. «Un crimine - si legge nel comunicato diffuso dall’amministrazione - che ha destato vivo sgomento e preoccupazione nella collettività». Il 4 settembre, su iniziativa del vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, si tenne anche una fiaccolata di solidarietà a Roiano, alla quale presero parte tre mila cittadini. Un modo per non far prevalere l’indifferenza.
L’ipotesi di costituzione di parte civile, una prassi adottata da tempo dagli enti locali di fronte a fatti eclatanti, è stata discussa durante l’ultima seduta della giunta municipale, tenutasi ieri pomeriggio. «La motivazione che argomenta tale scelta - spiega il comunicato dell’amministrazione comunale- si basa sull’interesse diffuso della cittadinanza alla difesa dei valori primari della società, il quale interesse non può restare estraneo all’amministrazione. È stato anche osservato come il delitto, per la sua crudeltà, rischi di ledere non solo e non tanto l’immagine del Comune ma ancor più i valori stessi e i diritti posti a fondamento dello Statuto comunale». In gioco, oltre al dolore della famiglia vittima dell’efferato omicidio, c’è anche il “buon nome” della città e la sua convivenza civile. «La decisione è stata presa in quanto questo delitto, per la sua efferatezza e per il contesto in cui è maturato - spiega il sindaco Robarto Cosolini - ha suscitato così tanta apprensione e dolore in tutta la comunità cittadina, mettendo a dura prova il clima di serenità e la percezione di sicurezza che tradizionalmente caratterizza la nostra città». Una scelta obbligata. «È stato, infatti, colpito in modo indicibilmente brutale un giovane senza che ci fossero motivazioni, senza che ci fossero i precedenti o elementi di rilievo che abitualmente caratterizzano il contesto di atti criminali di tale gravità» continua il sindaco. «Costituirsi parte civile è dunque innanzitutto un gesto di vicinanza e ricordo verso una persona che è stata prima oggetto di molestie e poi brutalmente uccisa. Inoltre - ha concluso Cosolini - con tale presa di posizione si vuole far sentire la solidarietà del Comune e di tutti i triestini alla famiglia Novacco, che dopo essere stata sconvolta dall'assurdità e dalla crudeltà dell'uccisione del figlio, si avvia ora a vivere la durissima esperienza del processo». Al suo fianco di sarà anche l’amministrazione comunale.
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