Delitto Klinger, il killer rischia l’ergastolo
Alexander Bonich continua a sostenere di avere ucciso William Klinger «per legittima difesa». A riportarlo è il portale online del quotidiano newyorkese Daily News, che ha fornito gli ultimi sviluppi relativi alla vicenda dell’omicidio del 42enne storico di origine fiumana e gradiscano d'adozione freddato ad Astoria Park a fine gennaio.
Il quotidiano riferisce che nei giorni scorsi i pubblici ministeri del tribunale del Queens, una volta acquisito il maggior numero possibile di elementi probatori, hanno offerto a Bonich ed ai suoi legali la possibilità di patteggiare la pena. In buona sostanza l'ufficio del Procuratore Distrettuale del Queens aveva prospettato una pena di 24 anni di reclusione al traduttore e ricercatore americano di origine croata, se avesse riconosciuto l’omicidio volontario.
Ma Bonich, che continua ad affermare di aver agito per legittima difesa, ha rifiutato di accettare l'accordo e la proposta è ufficialmente decaduta. L’imputato, reo confesso, continua a sostenere la propria tesi ed è disposto a rischiare l'ergastolo piuttosto che riconoscere le proprie responsabilità e patteggiare, cosa che avrebbe implicato un discreto sconto della pena.
Alexander Bonich, 49 anni, si è presentato in tribunale indossando una giacca marrone, un maglione e una cravatta, e non ha commentato la revoca del patteggiamento. Era presente in tribunale anche la madre dell'assassino, che - riportano i media a stelle e strisce - ha salutato il figlio con particolare trasporto sia all'ingresso che all'uscita dall'aula. L'avvocato di Alexander Bonich, Henry Ramirez, ha dichiarato al Daily News che il suo cliente ora può scegliere di testimoniare davanti a una giuria. Bonich è trattenuto senza possibilità di usufruire della cauzione e rischia l'ergastolo se sarà confermata l'ipotesi di condanna per omicidio di secondo grado.
Il giallo-Klinger si era consumato in un maledetto, gelido sabato 31 gennaio, in pieno giorno, ad Astoria Park: uno dei parchi più tranquilli e solitamente frequentati del Queens. William Klinger, storico e studioso fiumano residente a Gradisca, era giunto nella Grande Mela una settimana prima. Coltivava il sogno di trasferirsi in maniera stabile negli States e per questo si era affidato ad alcuni suoi contatti newyorchesi, fra i quali il 49enne Alexander Bonich, cittadino americano di origine istriana, studioso e traduttore.
Fra i due però sarebbe nata una crescente tensione, sfociata in una tragica lite, terminata con l’esplosione di due colpi di pistola nel parco che hanno freddato Klinger. L'arma sarebbe stata gettata da Bonich, un collezionista d'armi d'epoca, nell'East River. Non è mai stata ritrovata. Nelle sue deposizioni il reo confesso ha spesso cercato di alleggerire la propria posizione con ricostruzioni fantasiose e contraddittorie che la famiglia di Klinger, in testa la moglie Francesca, ha sempre smentito con sdegno.
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